Minori non accompagnati, è sempre la stessa storia: le strutture sono piene, le famiglie disponibili, ma la burocrazia blocca l’affido

misnaChiedono solo un’accoglienza semplicemente degna di questo nome e dei documenti. Ma non ottengono né l’una né gli altri. Nel frattempo, il loro numero è in continuo aumento, generando un’emergenza nell’emergenza. Questo il destino dei minori stranieri non accompagnati che sbarcano in Italia: un Paese che ancora non riesce a organizzare per loro un’ospitalità a misura di bambino. Accanto a loro, sui barconi con i quali tentano di fuggire dalla guerra e dalla miseria, c’erano tanti altri coetanei che non ce l’hanno fatta, i cui corpi riemergono dal mare anche dopo molto tempo, andando ad aggravare quello che è a tutti gli effetti un bollettino di guerra.

Alcuni di questi giovanissimi migranti arrivano al punto di esasperazione. È successo per esempio a Palermo, all’alba di domenica 3 luglio, quando un centinaio di minori stranieri non accompagnati è sceso per strada bloccando il traffico. Lamentavano il sovraffollamento della comunità che li ospita e la mancanza dei documenti già richiesti e non ancora arrivati. Dopo due ore di protesta e l’intervento di polizia e carabinieri, alle 6 di mattina i ragazzi sono rientrati nella struttura.

Altra situazione al limite del collasso in Sardegna. Sempre il 3 luglio sono sbarcati 291 migranti soccorsi nei giorni precedenti al largo delle coste della Libia in un’operazione coordinata dalla Guardia Costiera. Tra loro 131 uomini, 58 donne e anche un centinaio di minori, molti dei quali non accompagnati. I quasi 300 nuovi arrivati si sono aggiunti ai 1440 sbarcati nei giorni precedenti. Numeri che hanno mandato in tilt il sistema di accoglienza della Sardegna, dove non ci sono più posti. Neppure per i minori non accompagnati, arrivati a decine sull’Isola. Diverse famiglie si sono fatte avanti presentando alla Prefettura la propria disponibilità per l’affido di questi giovanissimi migranti. “C’è anche quest’ipotesi – dichiara il viceprefetto di Cagliari Carolina Bellantoni -, ma è una decisione che deve prendere la magistratura”. Come sempre, quindi, l’accoglienza familiare dei minori sbarcati da soli ha tempi lunghi e difficoltà burocratiche che lasciano i minori in balìa delle decisioni dei magistrati e rischiano di far perdere fiducia alle famiglie disposte ad aprire le proprie porte. Come le oltre 2mila che si sono dette disponibili all’affido dei piccoli migranti nell’ambito del progetto Bambini in Alto Mare di Ai.Bi. e che ancora attendono che venga finalmente approvata una legge in merito: legge proposta quasi 3 anni fa e ancora chiusa in un cassetto della Commissione Giustizia della Camera.

Nel frattempo emergono dal mare anche tanti piccoli scheletri. Sono quelli delle decine di bambini affogati insieme ad altre centinaia di migranti (il loro numero stimato oscilla tra 500 e 700) il 18 aprile 2015. Il barcone su cui viaggiavano, colato a 370 metri di profondità, è stato recuperato nei giorni scorsi. Pian piano sta venendo alla luce anche il suo tragico carico di morte: centinaia di cadaveri, anche piccolissimi, accatastati e intrecciati tra loro. Una scena dell’orrore che purtroppo non appartiene a un film ma a una realtà fatta di disperati in fuga dalla guerra e dalla miseria, la cui vita.

 

Fonti: Ansa, La Nuova Sardegna, La Repubblica