Minori stranieri soli. Il richiamo della Cassazione: “Subito un tutor che li assista”

minori immigratiPer assistere i minori stranieri soli sbarcati sulle nostre coste è necessario che il Tribunale più vicino al luogo dello sbarco nomini subito un tutore che li assista nelle pratiche per la richiesta di protezione internazionale e il rilascio del permesso di soggiorno, applicando le norme sull’accoglienza dell’agosto 2015 e non quelle sull’adozione – di competenza dei tribunali dei minorenni – perché non si tratta di minori in stato di «abbandono». Lo ha ribadito la Cassazione nella sentenza 1835 della Sesta sezione civile che si occupa proprio di minori stranieri non accompagnati.

Il verdetto e la precisazione dei supremi giudici arriva dopo che  il Tribunale di Marsala voleva “liberarsi” del carico di lavoro dei minori sbarcati cedendolo al Tribunale dei minorenni. “Per loro – spiega la Cassazione dando alla parte più debole del popolo dei migranti un canale di assistenza rapida – la risposta deve essere quella della tutela umanitaria e deve essere data «nel più breve tempo possibile”.

Attualmente la legge sui minori non accompagnati, promosso dalla deputata del Partito Democratico Sandra Zampa, che dovrebbe razionalizzare tutto il sistema d’accoglienza dei più piccoli e stabilire tempi certi (e rapidissimi) per la loro presa in carica, aspetta d’essere approvata al Senato. Un iter che dovrebbe essere velocizzato dopo l’ultimo richiamo arrivato all’Italia dal Consiglio d’Europa circa la scarsa tutela dei minori e delle donne fra i migranti.

La stessa Filomena Albano, giudice della famiglia e garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha sempre ribadito l’imprortanza del tutore per i minori stranieri non accompagnati. “Basterebbe assegnare ad ogni bambino – dice – , che arriva solo sulle nostre coste, un tutore affidabile, capace e rispondente a tutti i criteri di professionalità, trasparenza e sicurezza. Il tutore dovrebbe instaurare un rapporto di fiducia con il minore, affiancarlo, provvedere alle sue necessità, intervenire quando necessario per metterlo al riparo dai tanti rischi che corre. Ed evitare così che al momento dello sbarco, quando il ragazzo è più vulnerabile, cada nelle mani della tratta, oppure diventi vittima di abuso e di sfruttamento”.

Fonte: Avvenire