Mio figlio adottivo non si fida ancora di noi. Cosa altro possiamo fare oltre che continuare a rassicurarlo con la nostra presenza?

Buongiorno,

siamo rientrati dalla Cina a novembre scorso con nostro figlio Andrea Xile. Il nostro piccolo l’abbiamo incontrato così con un sorriso che mostrava tutti i dentini. L’abbiamo amato da subito era nostro figlio da sempre. Un bambino sorridente, solare e coccolone … ma con momenti anche di angosciante silenzio, quasi di paura. In questi momenti cerchiamo di essere anche più presenti del solito e di rassicurarlo cercando di tirar fuori i pensieri che lo rattristano, cos’altro possiamo fare? E’ il nostro cucciolo e venderlo così fa male al cuore.

Genitori in apprensione.

Teresa e Marco

Cari Teresa e Marco grazie per queste vostre parole che siamo certi faranno sentire meno soli tanti genitori come voi.

Purtroppo la “paura” nei bambini come Andrea Xile che hanno vissuto l’abbandono è dietro l’angolo e ogni tanto fa capolino. Ma non per sempre. Ci sarà un momento – ci auguriamo presto – in cui il vostro “cucciolo” sarà pronto a lasciarsi tutto alle spalle perché si sentirà sicuro tra le vostre braccia, più di quanto non lo sia adesso, e si fiderà completamente di voi tanto da potervi rendere partecipe dei suoi pensieri e dei suoi ricordi che rielaborerete pian piano insieme.

Sono tante le “paure” che affronta un bambino adottato. Da una parte c’è la paura di un nuovo abbandono e la sensazione dell’essere stati lasciati che li accompagnerà in ogni relazione futura, da quelle familiari a quelle affettive di coppia, ma più la famiglia accoglierà questo timore per ricreare il “senso di fiducia negli altri”, meno questa paura sarà invasiva. Dall’altra, ci sono le paure  legate alle esperienze vissute dal bambino nella fase preadottiva, a volte, legate a maltrattamenti e privazioni subiti. Situazioni queste che generano inevitabilmente la paura dell’” ignoto” e del “nuovo”, inteso come persone, oggetti e luoghi. Ma non temete, cari Teresa e Marco, anche in questo caso, la gradualità degli stimoli e la condivisione delle emozioni provate dal figlio da parte dei genitori favorirà un “meccanismo riparatore”.

 Ebbene sapere, però, che se queste sono le paure tipiche di chi ha vissuto l’abbandono prima, e l’esperienza adottiva, dopo, non bisogna generalizzare. Un bambino che ha vissuto i primi anni in un clima “sufficientemente buono” avrà paure diverse da un bambino abbandonato in precocissima età.

La paura di un nuovo abbandono è strettamente legata alla paura di legasi e di poter vivere di nuovo l’abbandono. Da questa paura possono però derivare comportamenti diversi: ci sono bambini che non permettono alla mamma o al papà di fare due passi senza di loro, oppure bambini che manifestano totale distacco. I bambini privati dell’amore di mamma e papà in età molto precoce è come se avessero smesso di aspettarsi qualcosa dall’altro: non segnalano più il loro bisogno di un legame, e non ne temono la perdita.

Infine, ma non ultima, la paura della propria aggressività, che il bambino ha vissuto sotto forma di profonda rabbia per la separazione subita “sono stato cattivo e mamma e papà se ne sono andati via”.

Come ben vedete potrebbero essere tanti i pensieri e le paure che potrebbero attraversare Andrea Xile nei sui momenti di tristezza ma voi continuate come state facendo senza demordere. In questi casi comunque è sempre bene chiedere il sostegno di un esperto che possa accompagnare voi ed Andrea Xile a superare paure apparentemente normali, ma che è sempre bene sviscerare e affrontare.

 Sperando di avervi dato qualche utile spunto di riflessione, un caro saluto.

 Irene Bertuzzi