Mio figlio ha la palatoschisi. E’ consigliabile mandarlo subito all’asilo?

Buongiorno Ai.Bi.,

vi scrivo per sottoporvi un dubbio sul da farsi con mio figlio adottivo. Sono mamma adottiva di un bimbo cinese di due anni, che è con noi da 4 mesi ed è affetto da palatoschisi, in attesa di intervento. La logopedista ci ha consigliato vivamente di mandarlo all’asilo nido già a settembre, con lo scopo di stimolare il linguaggio. Ma io e mio marito siamo indecisi: questo può interferire con la relazione di attaccamento che nostro figlio sta costruendo con noi? Esistono dalla nostre parti anche asili dove si possono mandare i bimbi per qualche ora: 2 o 3 alla mattina, per 2 o 3 giorni alla settimana. Voi cosa ne pensate?

Grazie dei consigli,

Doriana

 

TRASFORINI 400 286Gentilissima Doriana,
il punto di vista dello psicologo analizza la questione ponendo l’attenzione sui bisogni affettivi  di un bambino adottato e, pertanto, sull’importanza e la necessità della creazione di un legame di attaccamento sicuro con voi genitori, come base per lo sviluppo di una percezione di sé come persona che vale e che è amata da parte di figure di riferimento che non lo lasceranno. Considerando l’età di vostro figlio e il tempo di adozione – che nel vostro caso ha comportato un cambio radicale anche di ambiente, di suoni, di sapori – opterei per attendere circa un anno per l’inserimento all’asilo, per permettergli di sperimentare esperienze di cura, accudimento e protezione per un tempo congruo che permetta l’instaurarsi di un senso di  sicurezza e di appartenenza e di un legame sicuro.
La logopedista indubbiamente esprime un parere di senso in merito all’apprendimento della lingua, ma i bambini adottati hanno dei bisogni specifici. La loro intelligenza e curiosità potrebbe portare a pensare che siano pronti a stare con altri bambini ma, proprio per la loro specifica storia, il percorso deve essere “al contrario”: permettere loro di sentirsi piccoli e di ricapitolare le tappe di sviluppo prima di avventurarsi fuori dalla famiglia.
Credo che coinvolgere la professionista nella vostra scelta, chiedendole consigli in una situazione adattata all’esigenza di costruire un attaccamento, possa essere un buon compromesso.
La frequentazione dell’asilo di alcune ore, riservando i momenti del pasto e del sonnellino alla mamma, nel caso, potrebbe essere un altro tipo di compromesso.
Inoltre mi permetto di dirle che, dopo aver atteso e desiderato tanto un figlio, voi genitori potete pensare di riservarvi del tempo per stare con vostro lui e introdurlo in ambienti con altri bambini, ma anche con la vostra presenza.

Vi auguro gioia e felicità,

 

Lisa Trasforini

Psicologa di Ai.Bi.