Mio figlio vuole tornare a visitare il suo Paese di origine: assecondarlo o dissuaderlo?

Cara Ai.Bi.

Sono il papà adottivo di un ragazzino di 6 anni di origine cinese. Un suo amichetto di 2 anni più grande è stato adottato da una coppia residente nella nostra città, che io e mia moglie conosciamo e con cui abbiamo ottimi rapporti, ovviamente soprattutto nell’interesse dei nostri figli. Ultimamente il ragazzino dei nostri amici ha cominciato a chiedere con una certa insistenza ai suoi genitori di essere accompagnato nel suo Paese di origine per riscoprire gli ambienti in cui è nato e cresciuto. Sinceramente la possibilità che anche nostro figlio inizi a chiedere a noi la stessa cosa ci spaventa un po’ e ora temiamo che il suo cugino eserciti delle influenze su di lui.

Ci date un consiglio su come reagire nel caso in cui il nostro bambino ci ponga di fronte a questa sua necessità?

Grazie

Alessio

 

legnaniCaro Alessio,

questo tipo di “ricerca” è un bisogno di tutti, ma non è vissuta da tutti allo stesso modo: c’è chi parla di curiosità, chi di paura, chi di timore e chi di serenità. Per alcuni figli adottivi non c’è mai stata la necessità, né il bisogno di effettuare tale tipo di ricerca. Per altri, invece, aver avuto la possibilità di guardare negli occhi il proprio passato è stato importante per il loro “patrimonio storico”. Personalmente, credo che i genitori adottivi debbano essere “pronti a tutto”. Se qualche figlio adottivo, una volta diventato grande (ma nemmeno tanto, come dimostra il vostro caso), volesse andare a visitare i luoghi da cui proviene, sapere qualcosa in più dei posti che lo hanno visto nascere e della sua cultura, il mio consiglio è quello di non tarpargli le ali, ma di aiutarlo, di accompagnarlo nel viaggio, condividendo con lui lo spirito della sua ricerca.

Per qualcuno può essere più facile, mentre altri possono essere intimoriti e pensare quasi a un tradimento. Ma se avete portato amore nella vita dei vostri figli, se vi siete messi in gioco, se siete certi del legame che vi lega a loro, allora nulla vi deve intimorire!

Il bambino ha diritto a confrontarsi con il suo passato e il genitore ha l’“obbligo” di stargli accanto durante tutto il difficile cammino di conoscenza e di rielaborazione. Tornare nel Paese di origine insieme, visitare l’istituto, assaggiare insieme i cibi tipici, parlare con le persone del posto, fare i turisti, condividere il viaggio di ritorno alle origini fa diventare quell’angolo del mondo il Paese un po’ di tutta la famiglia.

Un caro saluto,

 

Cristina Legnani

Adozioni internazionali di Ai.Bi.