Misna. Tra il 2015 e il 2016 arrivati finora 20 mila minori non accompagnati. Albano (Garante per l’infanzia) “Creare un albo dei tutori per le migliaia di ragazzi che arrivano soli sulle nostre coste”

misnaSono 13 mila i minori non accompagnati sbarcati nel nostro Paese nel 2015, e oltre settemila quelli arrivati nei primi cinque mesi di quest’anno. Chi si prende cura di loro? Nessuno. Questo a causa di un vuoto normativo a cui non si riesce a porre rimedio nonostante i buoni propositi. Questi, più volte annunciati, sono rimasti sempre per lo più “belle parole”.  Con la speranza che con Filomena Albano, giudice della famiglia e neo garante per l’infanzia e l’adolescenza, le cose possano realmente cambiare, ecco cosa uno Stato civile dovrebbe fare per questi minori. Basterebbe assegnare ad ogni bambino, che arriva solo sulle nostre coste, un tutore affidabile, capace e rispondente a tutti i criteri di professionalità, trasparenza e sicurezza.

Oggi siamo di fatto chiamati ad operare in un vuoto legislativo – spiega Albano intervistata da AvvenireIl decreto legislativo 142 del 2015 stabilisce che il giudice tutelare nomini un tutore ma, se non sono attivi progetti locali che selezionano, formano e supportano queste figure, l’incarico è assegnato solitamente al sindaco o a un rappresentante delle istituzioni”. Ma qua casca l’asino: perché il sindaco spesso si trova a gestire un numero elevato di tutele e l’incarico diventa quindi solo burocratico. Il tutore invece dovrebbe instaurare un rapporto di fiducia con il minore, affiancarlo, provvedere alle sue necessità, intervenire quando necessario per metterlo al riparo dai tanti rischi che corre. Ed evitare così che al momento dello sbarco, quando il ragazzo è più vulnerabile, ca
da nelle mani della tratta, oppure diventi vittima di abuso e di sfruttamento.

Quello che serve, di fronte a un fenomeno diventato strutturale che continua a crescere giorno dopo giorno, è una definizione del modello per la nomina immediata del tutore e la qualifica delle sue competenze in alcune delle aree più vulnerabili del Paese. Il tutore dovrebbeessere un volontario, di alto profilo civile, umano e professionale. Dovrebbe essere supportato da mediatori linguistici e contare su agevolazioni legate per esempio alla possibilità di assentarsi dal luogo di lavoro per gestire le pratiche burocratiche necessarie alla tutela del minore.

Un ruolo di grande delicatezza. Ma chi provvederà a scegliere e a controllare queste nuove figure?

Dovrebbe nascere un albo dei tutori – precisa Albano -. Sarà necessaria anche una formazione attenta e un controllo che, per esempio, potrebbe essere gestito in collaborazione con le Regioni. Ma sono aspetti tutti da verificare. In attesa di ima legge organica, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza non può evitare di sostenere e promuovere un nuovo sistema di tutela per le migliaia e migliaia di ragazzi soli sbarcati nel nostro Paese con la speranza di un futuro migliore”.