Cambogia: Il turisto sessuale…the neverending story

Difficile non notare queste coppie sul lungofiume, difficile non immaginare il perchè un uomo bianco passeggi con una donna (bambina?) locale. Qualcuno definisce il turismo sessuale come l’undicesima piaga, qualche Paese non lo considera neppure un reato, in Cambogia il Re ha concesso il suo perdono a tre dei pochi pedofili arrestati negli ultimi anni, probabilmente perchè ha ritenuto (o qualcuno lo ha fatto per lui) che queste persone, “turisti”secondo il visto sul loro passaporto, fossero fonte di guadagno per il Paese. Sta di fatto che i “travelling sex offender”, si riconoscono in fretta: uomini sui 45 – 60 anni, bermuda e camicia a maniche corte chiara, sandali ai piedi e pelle scottata dal sole, e al loro fianco donne molto più giovani. Le visite degli italiani in Cambogia sono cresciute del 15,47% nel 2010, dei 19.800 turisti italiani, il 62% erano uomini (dati del Ministero del turismo cambogiano).

I dati parlano di ragazze e ragazzi che hanno in media tra i 13 e i 17 anni, ma si può partire anche dai 7. Il filo rosso che collega tutte queste vittime è la povertà: le bambine, i bambini e le donne cambogiani sono disposti a qualsiasi cosa per sopravvivere e per far sopravviere le proprie famiglie, anche passare una notte intera con uno sconosciuto per 75mila riel, 15 euro. E con molto meno, 3 – 5 euro, il turista non rimane certo deluso.

In Cambogia 5 euro sono tanti, tantissimi. Bisogna tenere presente che un poliziotto, o un insegnate, ha un salario mensile di 100 – 130 euro. Con 80 centesimi mangi in strada, con 1 euro ti puoi sedere al tavolo di un ristorantino cinese e alzarti sazio, con 5 euro mangi primo, secondo, contorno e bevi tanto. E per la stessa cifra una quindicenne è tua per un paio di ore.

Sono diverse le associazioni, tra cui Ai.Bi., che in Cambogia lavorano per aiutare potenziali vittime (orfani, bambini abbandonati o estremamente poveri), e per aiutarle nel difficile cammino del “tornare bambini”, ma la speranza è che, in un futuro non troppo lontano, non ci sia più così bisogno di questa rete di salvataggio, confidando nell’applicazione di leggi e norme che già ci sono ma che, purtroppo, sembrano non funzionare o non voler essere fatte funzionare.