Mongolia: si conclude ufficialmente il progetto “Strengthening Alternative Care Social Services for Children in Ulaanbaatar”.

Cari amici, oggi, venerdì 30 novembre, si conclude ufficialmente il progetto “Strengthening Alternative Care Social Services for Children in Ulaanbaatar” che abbiamo avviato nel 2009 grazie al contributo dell’Unione Europea. Per questa occasione il 29 novembre a UlaanBataar si è tenuta la conferenza finale di progetto alla presenza di tutti i partner, gli operatori e tutti coloro che a vario modo sono stati coinvolti o sono interessati a quanto sviluppato in questi anni. E’ stata l’occasione per fare un bilancio finale dell’intervento, valutare i primi risultati e gettare dei ponti perché in futuro altri soggetti possano proseguire sulla strada tracciata. In generale ad oggi abbiamo prima di tutto dei risultati quantitativi rispetto ai beneficiari diretti: 100 giovani assistenti sociali che hanno seguito la scuola di formazione sui servizi sociali alternativi, 200 bambini seguiti dall’equipe multidisciplinare di cui 134 reintegrati nelle loro famiglie, 5 ONG beneficiari del micro-granting e 40 bambini del distretto di Songino coinvolti nei micro-asili. A ciò si aggiungono ovviamente tutti i beneficiari indiretti (le famiglie, i formatori, gli operatori dell’istituto ecc…). Al di là dei numeri però possiamo fare una valutazione più ampia dell’impronta che il nostro intervento ha lasciato sul Paese. L’obiettivo generale del progetto infatti era promuovere servizi sociali alternativi all’istituzionalizzazione a favore dei bambini di UlaanBataar. Ad oggi possiamo senz’altro dire che abbiamo svolto un ampio lavoro di formazione su questi temi coinvolgendo target diversi: personale degli istituti e dei servizi sociali locali, professori e studenti universitari, operatori delle autorità pubbliche e delle ONG locali; tutte persone che a loro volta possono poi trasmettere queste nuove competenze ad altri oltre che metterle in pratica. Inoltre è sicuramente da sottolineare l’importante azione svolta nell’ambito dell’affido, il campo forse più complesso visto che si trattava di un’assoluta novità in Mongolia, tanto che ancora non esiste una legge specifica. In questi anni abbiamo costituito e formato un equipe di esperti locali che hanno poi formato e selezionato delle famiglie che in futuro potranno prendere in affido alcuni bambini provenienti dagli istituti. In aggiunta abbiamo avviato un lavoro di rete con altri enti pubblici e ONG locali finalizzato sia alla condivisione di esperienze pilota di affido che all’avvio di una class action per l’approvazione della nuova legge. Sempre a livello di sensibilizzazione rientrano sicuramente anche le attività degli asili che hanno permesso di presentare e sperimentare un esempio di servizio a sostegno della famiglia più nella forma del centro diurno e quella di reintegro che, al di là del dato numerico, ha permesso di accrescere la consapevolezza sull’importanza del lavoro individuale con il minore e la sua famiglia d’origine. Chiudiamo quindi questa esperienza triennale con un bilancio positivo, sebbene consapevoli delle difficoltà che ancora sussistono in Mongolia e del radicamento profondo della pratica dell’istituzionalizzazione. Nei prossimi mesi, durante la fase di chiusura, potremmo sicuramente approfondire lo studio sull’impatto ad ampio raggio che il progetto ha prodotto. Intanto cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che in questi anni ci hanno seguito e sostenuto in vario modo e ovviamente tutti coloro che a vario titolo e in modo diverso hanno lavorato sia dall’Italia che sul campo per la buona riuscita del progetto.