Nel 2022 ci sarà ancora lo smart working? La risposta a dicembre, in relazione al numero dei contagi

L’ambizione del governo sembrerebbe essere quella di siglare un protocollo di regolamentazione congiunto con le parti sociali, dedicato al lavoro a distanza, nel post pandemia.

Prima della pandemia da coronavirus, se ne sentiva parlare, ma molto sporadicamente, poi da marzo 2020, ecco che, sulla scena lavorativa pubblica e privata, è arrivato prepotentemente l’amato e odiato smart working.

Quel che è certo è che la modalità di lavoro a distanza non sembra voler essere solo una “meteora”, ma pare ormai destinata a rimanere quale possibile compagna di lavoro anche dopo lo scadere dello stato di emergenza che, se non sarà prorogato, dovrebbe venire meno il 31 dicembre prossimo. “La decisione – spiega il ministro della Salute Roberto Speranza, come riportato da Today.it –sarà presa solo a ridosso della scadenza del 31 dicembre e terrà conto della curva dei contagi in quel momento”.

Certo è che, entro tale data, in cui verrà meno anche il regime semplificato per il lavoro agile, l’ambizione del governo sembrerebbe essere quella di siglare un protocollo di regolamentazione congiunto con le parti sociali, dedicato al lavoro a distanza, nel post pandemia.

Smart working: un protocollo sarà discusso a metà novembre

A riportare la notizia è anche il web magazine Today.it che spiega come il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al termine del tavolo di confronto avuto con le parti sociali sul tema dello smart working, abbia annunciato che entro metà mese, sarà discusso un protocollo per la disciplina dello strumento nel post pandemia.

Ho ritenuto importante – osserva il ministro del Lavoro- che le parti sociali incomincino un dialogo, un confronto in vista del superamento delle norme emergenziali che concluderanno la loro vigenza alla fine di questo anno. È importante stabilire alcuni principi e paletti entro i quali potersi muovere. Da un lato per favorire un intervento normativo del legislatore alla luce però di un confronto tra le parti sociali e dall’altro quello di favorire una contrattazione aziendale che definisca il nuovo modo in cui su può usare lo smart working sui luoghi di lavoro”.

Tra le ipotesi sul piatto anche quella dell’introduzione di sostegni a favore delle imprese che continueranno, anche con il venire meno dello stato di emergenza, ad utilizzare il lavoro a distanza.

L’obiettivo finale – spiega Today.it – è arrivare a definire una “cornice” sul lavoro agile, “senza schemi eccessivamente rigidi” ma indicando semplicemente una serie di contenuti minimi dell’accordo, che sarà comunque individuale tra datore di lavoro e lavoratore come prevede già oggi la legge. “In particolare questo accordo – laddove la contrattazione collettiva dovesse essere carente – dovrà stabilire alcuni contenuti regolativi minimi su temi come orario di lavoro e diritto alla disconnessione (definendo anche una fascia di contattabilità), luogo di lavoro (non solo la casa), principio di parità di trattamento economico-normativo fra lavoratori in presenza e lavoratori da remoto, sicurezza sul lavoro e protezione dei dati”.