Nel mondo 2,7 milioni di bambini vivono negli orfanotrofi: 800mila i minori negli istituti dell’Est

Sono almeno 2,7 milioni i bambini nel mondo che vivono in strutture d’assistenza come gli orfanotrofi. Ma è probabile che questi dati, pubblicati su “Child Abuse & Neglect” e ripresi da Unicef, siano soltanto la punta dell’iceberg, vista la grande insufficienza nella raccolta di dati e la mancanza di registrazioni accurate nella maggior parte dei Paesi.

Le nuove stime si basano su dati raccolti in 140 Paesi.

In Europa orientale e centrale il tasso è il più alto al mondo, con 666 bambini che vivono in strutture d’assistenza ogni 100.000, un dato 5 volte maggiore rispetto alla media mondiale di 120 bambini ogni 100.0000. I Paesi industrializzati e la regione dell’Asia Orientale e del Pacifico si posizionano al secondo e al terzo posto, rispettivamente con 192 e 153 bambini ogni 100.000.

Il report evidenzia che in molti Paesi non esiste ancora un sistema efficiente che produca dati precisi sul numero dei bambini negli orfanotrofi o in altre strutture d’assistenza. In molti Paesi, la documentazione ufficiale registra solo una piccola porzione del numero reale perché i minori nei centri privati spesso non sono conteggiati.

Le ricerche mostrano che alcuni dei fattori di rischio principali che causano il trasferimento in strutture d’assistenza dei bambini includono la disgregazione del nucleo familiare, problemi di salute, servizi sociali scarsi o ineguali, condizioni di disabilità e povertà.

Dunque malati, orfani e/o disabili. O semplicemente, bambini sfortunati, nati in famiglie indigenti per le quali un’altra bocca da sfamare è una disgrazia, non ragione di felicità. Un vero e proprio “esercito” di piccoli infelici che vivono soprattutto nell’Europa centro-orientale, ma anche nei Balcani. Europa dell’Est che è oggi la regione al mondo con il più alto numero di bambini “istituzionalizzati”.

Entrando nello specifico del report, cifre disaggregate indicano che la maggior parte di essi vive nella Federazione Russa e in Ucraina, con più della metà dei casi; ma anche nazioni ben più vicine conoscono il problema. Nazioni come la Romania, con più di 20mila bimbi istituzionalizzati, la Bulgaria con 4.200 – che comunque hanno fatto passi da gigante nell’ultimo decennio per migliorare la situazione – la Croazia (con 1.900), ma anche la Bosnia (1.100), la Serbia (900), l’Albania (560), la piccola Macedonia e il Montenegro con 200 a testa.

Fonte: www.corrierenazionale.it/ e Il piccolo