Nel mondo esistono 166 milioni di bambini invisibili: quanti di loro sono abbandonati?

Quanti di loro saranno costretti a vivere per le strade? E per coloro che, avranno la fortuna di trovare riparo in una struttura di accoglienza, quanto sarà per loro più lungo e complesso il percorso che li poterà verso l’adozione?

Quando un bambino viene al mondo, una delle prime attività che vengono svolte, solitamente dal papà o da altri familiari è la registrazione del nuovo nato all’anagrafe.

La presenza di quel nome nei registri non è esclusivamente una formalità burocratica. Quel bimbo esiste. C’è, con tutti i suoi diritti ed in futuro anche con i suoi doveri.

Eppure, nel mondo, sono davvero molti i bambini che non vedono garantito questo diritto fondamentale: secondo un rapporto dell’Onu del dicembre 2019 si stima siano, in tutto il mondo, 166 milioni al di sotto dei 5 anni. La maggior parte di essi si trova nei Paesi in via di sviluppoIl 55% dei bambini in Africa sub-sahariana non sarebbero annotati all’interno dei registri.

A renderlo noto è l’Osservatore Romano.

La presenza del nome di questi bimbi all’anagrafe potrebbe sembrare di primo acchito meno rilevante di altri bisogni urgenti quali: cure, istruzione tutela. Eppure, se ci riflettiamo solo un momento, senza il possesso di questo piccolo “pezzo di carta” che sancisce l’identità del nuovo nato, non è possibile garantire loro nessuno di questi fondamentali diritti, perché un bambino senza identità, per la società non esiste.

Un bambino senza identità è un bambino invisibile

Per lo Stato non ha diritti: non potrà accedere alle campagne di vaccinazione gratuite per preservarlo da malattie pericolose per la sua salute; qualora riesca a frequentare la scuola non potrà sostenere gli esami di fine corso; sarà tutelato con maggiore difficoltà in caso di sfruttamento e di abusi o di matrimoni precoci.

Quanti bambini invisibili sono anche bambini abbandonati?

Quanti di questi piccoli, privi di un riconoscimento giuridico, sono anche bambini abbandonati dalla propria famiglia? Quanti di loro saranno costretti a vivere per le strade? E per coloro che, avranno la fortuna di trovare riparo in una struttura di accoglienza, quanto sarà per loro più lungo e complesso il percorso che li poterà verso l’adozione?

La questione anagrafica: un problema venuto alla ribalta in tempo di pandemia

“La questione anagrafica – si legge sull’Osservatore Romano– è venuta prepotentemente alla ribalta a seguito della pandemia da coronavirus. Per ogni sistema sanitario nazionale, avere un quadro preciso di chi sta morendo, da cosa e dove è fondamentale per poter allocare risorse e finanziamenti. Il fatto che non si riesca ad accedere, in molti casi, a dati certi e dunque affidabili, ha delle implicazioni sul monitoraggio della mortalità materna e infantile. Stiamo infatti parlando di bambini la cui nascita e morte prematura non vengono registrate”.

Occorre fare subito qualcosa. Milioni di bambini attendono di vedere riconosciuti i propri diritti.