Nepal: Aiutare le bambine del Nepal a dire ‘No’ al matrimonio infantile

Qualche giorno fa, il 10 ottobre 2012, si è celebrata la prima giornata internazionale della bambina (first Internation Day of the Girl Child) all’insegna del tema del matrimonio infantile. Circa la metà delle bambine al mondo date in sposa al di sotto dei 18 anni vive proprio nel sud dell’Asia. Questa pratica non risparmia neanche il Nepal, dove molte bambine ancora oggi vengono date in sposa dalla propria famiglia sebbene non abbiano ancora raggiunto la maggiore età e nonostante tale pratica sia proibita dalla legge del paese. La legge nepalese, infatti, fissa a 20 anni l’età minima per potersi sposare, sia per le ragazze che per i ragazzi. Tuttavia, secondo delle statistiche del Ministro della Salute il 23 per cento delle ragazze vengono date in sposa ancora oggi in un età compresa tra i 15-19 anni.

Molte sono le bambine date in sposa in tenera età, tra i 10 e i 13, soprattutto tra le popolazioni rurali e le fasce più povere della popolazione. Una volta date in sposa, la loro vita cambia drasticamente: la propria famiglia smette di ‘investire’ in loro (in quanto considerate ‘proprietà di un’altra famiglia’) e si ritrovano a dover servire un marito (solitamente più grande d’età) e una nuova famiglia, cucinando per loro, pulendo la casa, lavando i vestiti, badando agli animali, lavorando nei campi. Molti sono i casi in cui queste bambine diventano vittime di violenza domestica ed espletazione. Soprattutto, grandi sono le pressioni su di loro da parte della famiglia acquisita ad avere dei bambini, nonostante il loro corpo non sia ancora pronto e possa essere molto pericoloso per la loro salute.

Poiché soprattutto diffusa tra le fasce più povere della popolazione, tale pratica non fa che perpetuare il circolo vizioso della povertà. Una volta sposate, le bambine smettono di andare a scuola interrompendo gli studi. Anche quando continuano a frequentare la scuola, il loro rendimento è solitamente molto basso. Senza un’educazione minima, le chances di trovare un lavoro ed avere una certa sicurezza economica per il futuro diventano minime.

La pratica del matrimonio infantile è alimentata da varie ragioni culturali ed economiche. Tra i retaggi culturali, vi è spesso la credenza da parte dei genitori che dare in sposa le loro bambine prima di aver raggiunto la pubertà possa aiutarli a farli andare in paradiso; tra le cause economiche vi è sicuramente il fatto che il prezzo della dote che la famiglia della bambina deve pagare ai futuri suoceri aumenta con l’aumentare dell’età, pertanto aggravando le già dure condizioni economiche dell’intera famiglia; in altri casi si tratta anche di ‘ignoranza’, nel senso che le famiglie spesso ignorano che sia una pratica illegale secondo la legge, credendo invece che sia un aspetto normale della loro cultura. Negli anni passati, diverse sono state le campagne di sensibilizzazione intraprese da diverse organizzazioni e dallo stesso governo per contrastare tale fenomeno. Oggi, sembra che queste iniziative piano piano inizino a dare i loro frutti, contribuendo a ridurne i casi. Le campagne hanno assunto diverse forme, dagli spot radiofonici, agli incontri a livello di villaggio e ai colloqui individuali con le famiglie. Il focus di tali campagne è stato concentrato sul diritto all’educazione quale condizione imprescindibile per garantire un futuro migliore alle proprie figlie, e sulle conseguenze nocive per la salute delle bambine.