Nepal. Da analfabete a imprenditrici. L’abbandono minorile si combatte anche così

nepal 200Aiutare le mamme, per salvare i bambini. In Nepal le giovani madri sono tra i destinatari del progetto EDU-CARE. Giunto ormai al secondo anno di vita, è un progetto finanziato dalla CAI (Commissione Adozioni Internazionali) e realizzato da Amici dei Bambini in collaborazione con dodici organizzazioni locali.

E i risultati non mancano. A Jorpati, nella periferia della capitale Kathmandu, la cerimonia finale per la conclusione di un corso destinato a nove gruppi di donne sul tema del ‘credit and saving’ (credito e risparmio). Le partecipanti sono donne per lo più illetterate, poverissime, e senza competenze specifiche di un mestiere. Per loro era molto difficile trovare lavoro, che permettesse di  mantenere se stesse e i propri figli. Tutte hanno visto nei corsi di formazione la possibilità di dare una svolta alla propria vita e a quella di tutta la famiglia. Questa consapevolezza le ha portate a impegnarsi molto e pur tra mille difficoltà hanno frequentato con assiduità le lezioni per diventare estetiste, artigiane o sarte. Il passo successivo è stato quello di organizzare le donne beneficiarie in nove gruppi di risparmio (saving & credit), cercando quindi di integrare le loro competenze nel mercato del lavoro nepalese.

Nella lotta contro l’abbandono il progetto EDU-CARE agisce su più fronti, perché punta a formare i Child Rights Defenders, (difensori dei diritti dei bambini), a realizzare nel Paese asiatico programmi di micro-credito per gruppi vulnerabili (soprattutto donne), offrire supporto ai Day-Car Centers, organizzare interventi contro il lavoro minorile e bambini di strada, creare offrire supporto scolastico e avviare programmi di educazione sanitaria. Soprattutto, grazie alla cooperazione con due importanti istituti di Social Work, quali il St Xavier’s College e il Social Work Institute, è stato possibile attivare due innovativi corsi di specializzazione, che mirano a formare figure diverse, ma al contempo anche complementari, come i Child Rights Managers e i Child Protection Workers, necessarie per affrontare l’emergenza dell’abbandono in modo efficace.