Nepal. “Ho diritto a non essere più abbandonato”

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“Ci parli della tua famiglia?” “Papà è andato via”. E basta. Riesce a dire solo questo il piccolo Arun, un bambino nepalese di 2 anni e mezzo, quando qualcuno gli chiede di descrivere la sua famiglia. L’essere stato abbandonato dal padre è l’evento che più ha segnato la breve vita di Arun. E non potrebbe essere altrimenti, anche perché da quel momento la sua famiglia non ha più avuto modo di prendersi cura di lui. Tanto che sua madre ha deciso di affidarlo al centro diurno SSC, sostenuto da Amici dei Bambini, dove il suo Arun può frequentare l’asilo nido.

I primi tempi non sono stati affatto facili. Reduce dall’improvviso abbandono del padre, Arun per la prima volta si è trovato a doversi staccare, per alcune ore al giorno, da sua madre. All’inizio, quindi, piangeva tutto il tempo, non vedendo attorno a sé volti familiari. Ma poi, gradualmente, ha cominciato ad ambientarsi e il suo processo di crescita procede bene: lo sviluppo fisico, psichico e sociale procedono in modo proporzionale alla sua età, le sue condizioni di salute sono buone e il suo fisico sembra decisamente robusto.

Purtroppo, però, in lui sono ancora ben evidenti i segni della tristezza, lasciatigli dalla scelta di suo padre di andare via e di non dare più alcuna notizia di sé. Per questo, il piccolo Arun ha spesso lo sguardo triste e assente, a volte si rifiuta di mangiare. È molto dura, per lui, accettare di non poter vedere mai più suo padre e questo talvolta lo rende aggressivo.

Tuttavia, resta sempre un bambino molto dolce, curioso, fantasioso e capace di ricordare tutto ciò che gli si dice. Non parla ancora molto, ma riesce ugualmente a socializzare con gli altri bambini del SSC, in particolare quando si tratta di giocare all’aria aperta.

Grazie ai suoi compagni e alle cure delle educatrici del centro, Arun potrà fare grandi progressi. Ma per permettergli di crescere serenamente è necessario uno sforzo in più. Farlo sentire amato come un figlio, fargli sentire l’affetto che non potrà mai più avere da suo padre, fargli sapere che c’è qualcuno che ogni giorno pensa a lui e al suo futuro: è questo il piccolo grande compito a cui sono chiamati i sostenitori a distanza.

 

Tutti i bambini che hanno perso l’affetto di uno o di entrambi i genitori rischiano di perdere anche altri valori fondamentali: la possibilità di sentirsi figli e di crescere con la speranza di un futuro positivo. Non possiamo permettere che questo avvenga. Attiva anche tu un Sostegno a Distanza per i progetti di Amici dei Bambini in Nepal.