Nepal: Il duro volto del lavoro minorile: le fabbriche dei mattoni nella Valle di Kathmandu

Il lavoro minorile rappresenta una delle problematiche più drammatiche e urgenti del Nepal. Questa settimana vogliamo farvi conoscere la dura realtà del lavoro minorile nelle fabbriche di mattoni sparse per la Valle di Kathmandu.  

Poiché si tratta di un lavoro che non richiede particolari competenze, nei mattonifici vengono a lavorare i più poveri dei poveri, gente che proviene da aree remote e svantaggiate del paese, che nella maggior parte dei casi non sa leggere e scrivere e che quindi non sarebbe riuscita a trovare lavoro altrimenti. Si tratta soprattutto di persone che hanno contratto dei forti debiti e, poiché impossibilitati a ripagare le somme ricevute in prestito, vengono obbligati dagli usurai a lavorare in queste fabbriche. Presso i mattonifici si vedono arrivare intere famiglie con al seguito i loro bambini. I figli più grandi solitamente si prendono cura dei fratellini più piccoli, o spesso finiscono per lavorare anche loro al fine di aiutare i genitori. Le condizioni di vita e di lavoro presso i mattonifici sono estreme: non vi è alcuna misura di sicurezza, vi è assenza di acqua potabile, cibo, bagni, strutture abitative, accesso a cure mediche o a servizi scolastici. Come risultato, le famiglie finiscono per vivere in delle capanne improvvisate e temporanee.

Le fabbriche di mattoni, infatti, sorgono in zone rurali e isolate, lontane dalle reti stradali e quindi anche da servizi, botteghe, negozi, scuole o ospedali. Dal di fuori, i mattonifici sembrano come degli enormi campi per rifugiati, con delle piccole e temporanee capanne (chiamate Jhyaulis), fatte di mattoni coperti con lastre di lamiera. I muri traforati di queste capanne non sono sufficienti a proteggere i lavoratori dal vento freddo della valle di Katmandu, tipico dei mesi invernali. Questo è infatti un lavoro che si svolge per circa 6 mesi l’anno, solitamente nella stagione secca che va da novembre a maggio, quando la terra è secca e quindi adatta a produrre i mattoni. La vita in queste condizioni si trasforma in una continua lotta per la sopravvivenza. I rischi per la salute sono enormi: la forte concentrazione di polvere presente nell’area e i fumi tossici rilasciati dai forni di mattoni rappresentano spesso una combinazione letale. Infatti, le aree intorno ai mattonifici sono solitamente altamente inquinate. Si stima che, ogni anno, ben 837,600 tonnellate di diossina vengono rilasciate dai forni di mattoni nella sola Valle di Katmandu, mentre il conseguente inquinamento delle aree circostanti è sufficiente a provocare la morte prematura di 1600 persone all’anno, solo a Katmandu.

I danni per la salute sono enormi. I lavoratori e i loro figli soffrono frequentemente di malattie respiratorie e dolori addominali. Il lavoro nei mattonifici mette a repentaglio la salute e il normale sviluppo dei bambini, esponendoli a infezioni respiratorie, danni alla colonna vertebrale e cancro ai polmoni. Inoltre, il tempo trascorso in queste condizioni segna un’interruzione drammatica del loro percorso scolastico, compromettendo ogni possibilità d’uscita dal circolo drammatico della povertà che caratterizza queste famiglie.  Molte sono le organizzazioni che lavorano a difesa dei lavoratori e delle loro famiglie nei mattonifici, però le cause sociali di questo fenomeno sono ancora oggi dure da sradicare.