Nepal:Al Ristorante di Bhaktapur si festeggia l’entusiasmo

Il Bisket Jatra di quest’anno, giorno del Capodanno nepalese (14 aprile), è stato una data davvero speciale per tre giovani donne: Laxmi Limbu, Prava K.C. e Saraswoti Shrestha, tre delle beneficiarie dei servizi di Society for Solidarity of Children (SSC), hanno inaugurato con grande emozione un loro ristorante a Balkot, nella città di Bhaktapur. La prima, originaria di Panchathar, Phidim, nella regione orientale del Paese, e trasferitasi in questa zona con la speranza di una vita migliore, è oggi sposata ed ha una bambina di tre anni. Prava, invece, in passato viveva con i genitori, che sostiene ora economicamente, in un altro quartiere della città; ha preso una stanza in affitto a Balkot per avvicinarsi alla sua nuova attività. In questo periodo Saraswoti, per motivi personali, purtroppo non ha la possibilità di essere molto presente. Laxmi e Prava, che invece lavorano assieme tutti i giorni, aiutate da alcuni loro familiari, e che vorrebbero rimanere in società anche in avvenire, hanno frequentato la scuola entrambe fino alla decima classe e poi rispettivamente un corso di panetteria–pasticceria ed uno d’Informatica.

Si dichiarano estremamente fortunate di aver potuto usufruire dei servizi offerti da SSC/Amici dei Bambini e tengono a sottolineare la loro gratitudine verso l’organizzazione. Il primo contatto è avvenuto in occasione di un corso d’Inglese che SSC stava attivando e per seguire il quale le tre giovani sono state selezionate tra tante candidate. In seguito è stata data loro anche l’opportunità di frequentare un corso di cucina della durata di otto giorni, che ha permesso alle tre ragazze di formarsi professionalmente nel settore della ristorazione e di prendere la decisione d’intraprendere insieme questa piccola attività. Per avviarla hanno ottenuto un prestito di 100.000 rupie (circa 1.000 euro), delle quali 10.000 per ognuna delle tre proprio da SSC e le rimanenti da una società finanziaria. L’intera somma è stata investita nell’affitto, pari a 3.600 rupie al mese (circa 36 euro), di due stanze – l’una riservata alla preparazione dei cibi, l’altra al servizio ristorante ed alla vendita da asporto -, nell’acquisto degli utensili e di tutti i materiali ritenuti necessari per dare inizio a quest’avventura. SSC, oltre che un sostegno finanziario, ha garantito loro in fase iniziale anche un supporto di natura organizzativa attraverso la sua équipe multidisciplinare, che le ha aiutate nel muovere i primi passi e che continua a monitorare l’andamento dell’attività con visite quindicinali.

La scelta di aprire il loro ristorante in questa zona non è stata casuale: nel quartiere sono pochi i locali dove si servono i “momo” (una specie di ravioli cotti al vapore o fritti, uno dei piatti forti della cucina nepalese). Da loro, oltre che deliziosi momo con verdure, carne di pollo o di bufalo, si possono assaggiare anche “chow mein” (pasta all’uovo saltata nel wok con l’aggiunta di verdure, carne e uovo), noodles, carne di bufalo servita con chili, pollo, uova fritte, fagioli e patate. In media, se durante la stagione monsonica il numero di clienti si aggira quotidianamente sulla ventina, in alta stagione è abbondantemente superiore. Gli affari per ora vanno bene e in questo modo si può mettere qualcosa da parte ogni giorno: le ragazze prevedono di riuscire a completare in circa quattro mesi il pagamento degli interessi legati al prestito ottenuto anche grazie al servizio di microgrant di SSC.

Quando le abbiamo incontrate, Laxmi e Prava si sono dette felici della decisione presa assieme di aprire il ristorante: grazie a questa scelta si sentono oggi più sicure di sé e socialmente più indipendenti. Il loro più grande desiderio, confidatoci del resto molto timidamente, sarebbe semplicemente quello di riuscire ad incrementare l’attività intrapresa con l’afflusso di ulteriori clienti. A questo scopo sarebbe importante riuscire a comprare un frigorifero più grande, degli altri utensili da cucina, altri tavoli e sedie e magari anche abbellire un po’ il locale con qualche decorazione. Non possiamo che augurare loro di cuore che l’avventura appena iniziata con tanto entusiasmo possa portarle davvero alla vita che sperano per sé e per i loro cari.