Niger: il “partito degli orfani” ha ben 970mila iscritti!

red-cross-in-niger200In Niger, gli orfani sono un’enormità: ben 970.000, su un totale di 17.000.000 di individui. Quasi il 6% della popolazione: un vero e proprio “partito dell’abbandono”, quello nigerino, che però non ha alcuna rappresentanza.

E’ questo uno dei dati statistici più impressionanti emersi dal report annuale dell’Unicef, intitolato State of the World’s Children, che rileva, tra l’altro, le condizioni drammatiche in cui vive questo numero incredibile di minori, privi di uno o di entrambi i genitori, che spesso sono costretti ad abbandonare la scuola e gli studi e a lavorare per mantenere se stessi e i propri fratelli e sorelle.

Come si evince dal documento, che fa una fotografia planetaria della situazione dei minori in ogni singolo paese del mondo, sulla base di dati raccolti fino al 2011, il Niger si classifica fra i peggiori anche sotto diversi, altri profili.

Si piazza ad esempio al 14mo posto per mortalità infantile (sotto i cinque anni), una classifica dove a dominare sono ancora paesi come la Sierra Leone, la Somalia e il Mali. Il Niger si distingue negativamente anche per il tasso di alfabetismo dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che è del 52% fra i ragazzi e solo del 23% fra le ragazze. Al di sotto di questa fascia di età, dilaga il lavoro minorile, con il 43% del totale dei bambini tra i 5 e i 14 anni che cadono vittima dello sfruttamento.

Il Niger conosce inoltre il triste primato del matrimonio tra minorenni, con il 36% della popolazione giovanile che si sposa entro i 15 anni e ben il 75% entro i 18. Seguono Bangladesh, Ciad e Repubblica Centrafricana.

Una situazione di estrema emergenza, quella in cui versano tanti bambini nigerini. A fronte della pressoché totale mancanza di assistenza da parte dello stato, a giocare un ruolo di particolare importanza nel sostegno all’abbandono e nella tutela dei diritti all’infanzia, sono soprattutto le organizzazioni cattoliche e mussulmane, presso le cui strutture di accoglienza trovano oggi rifugio tanti minori.

 

(Fonti: Global Voices Online e World’s Children Report)