Non di solo Renzi vive il Congo…

Enrico-Letta200Questione di tempismo. Giorno dopo giorno Matteo Renzi inanella successi nel suo portfolio da premier. A poche ore dal trionfo delle elezioni europee, incamera anche un successo a livello internazionale. Dopo otto mesi di stallo, arriva il lieto fine per la vicenda dei trentuno bambini di origine congolese, adottati da 24 famiglie italiane.

Come si ricorderà, a seguito di alcuni scandali che hanno riguardato adozioni in Canada e Stati Uniti, nel settembre 2013 il governo congolese ha congelato le adozioni internazionali in attesa di una revisione delle procedure adottive, che purtroppo hanno riguardato anche le adozioni italiane, che lo stesso Governo di Kinshasa riconosce come il più rigoroso nei controlli.

Ma è davvero tutta farina del sacco di Matteo, lo sbocco della situazione? Il Primo Ministro ha annunciato ‘urbi et orbi’ la telefonata con il presidente Kabila, e a vicenda risolta ha sottolineato il proprio ruolo da protagonista con il twit “Ho appena dato il via libera: un aereo della Repubblica italiana parte per il Congo per riportare i bambini adottati #acasa”. In realtà Renzi gode del lavoro avviato dal Governo precedente. E di certo della volontà del Governo di Kinshasa di risolvere la questione, visto che senza privilegiare nessuno, nei giorni scorsi Kabila ha convocato tutti gli ambasciatori dei Paesi coinvolti ( oltre all’Italia, ci sono Francia, Belgio, Usa e Canada) per annunciare che a seguito delle verifiche effettuate sui singoli dossier avrebbero concesso ai bambini di lasciare il Paese.

A monte c’è di certo il lavoro diplomatico di mesi. Il passaggio essenziale per sbloccare la situazione in Congo è stato l’invio a Kinshasa di una delegazione italiana di funzionari del ministero degli Esteri e dell’ufficio del ministro per l’Integrazione. Accadeva a dicembre 2013, quando il premier era Enrico Letta.

 La burocrazia congolese si è rivelata un’insperata alleata di Renzi, che ora può raccogliere un bel risultato di sicuro effetto mediatico, senza aver fatto molto. Visto che il risultato premia soprattutto la determinazione e le sofferenze delle famiglie adottive italiane.

Il peso della telefonata tra Renzi e Kabila sarà presto evidente. La vicenda Congo si chiude positivamente per le 24 famiglie, ma Kinshasa non ha revocato il blocco delle adozioni. E Renzi dovrà dare risposte alle altre 150 famiglie italiane, tutte con sentenza passata in giudicato, ancora in attesa di poter condurre a compimento il proprio iter adottivo nello stesso Paese africano. Per loro, la Cai, organismo alle dipendenze dirette della Presidenza del Consiglio, si è impegnata a “svolgere un costante e intenso lavoro”.

L’auspicio è che Matteo Renzi non si dimentichi di loro e sia in grado di risolvere in tempi rapidi anche questa delicata situazione.