Non uno di meno, soprattutto a partire dai più indifesi

Il focus delle due giornate di lavoro è rappresentato dalla scuola, in relazione a particolari categorie di minori in difficoltà familiare e soprattutto ai giovani care leavers che, allontanati dalla famiglia di origine, crescono sotto il sistema di protezione sociale: ragazzi collocati nelle comunità educative o negli istituti dell’Est Europa, minori in affido familiare e minori stranieri adottati da coppie italiane. Per loro la scuola ha un ruolo prioritario, essenziale nella formazione e preparazione alla vita adulta e professionale, deve fornire strumenti in un percorso che non può prescindere dalle sinergie con il sistema di tutela.

“C’è una genitorialità che va oltre l’essere genitori biologici – ha commentato Davide Guarneri, presidente nazionale dell’A.Ge., che prenderà parte al dibattito – perciò ci dobbiamo prendere cura di tutti i bambini, dei loro ambienti di vita, delle scuole, della promozione dei loro diritti e della tutela nella loro fragilità. In senso ampio ci chiediamo a che punto stia l’istituzione della figura del Garante nazionale dei Diritti dei Minori, annunciata la scorsa estate. Ci chiediamo se, quanto alla fragilità dei minori, non ci si debba preoccupare per tutti quelli che sbarcano sulle nostre coste, o magari muoiono in mare, senza che nemmeno lo sappiamo”.

All’inizio dell’anno scolastico nella scuola secondaria (medie e superiori) si richiede ai genitori di sottoscrivere il Patto di corresponsabilità educativa, talora purtroppo ridotto ad un documento che non è frutto di un percorso di condivisione, ma l’ennesimo foglio dal sapore burocraticistico.

“Corresponsabilità – ricorda Guarneri –  significa riconoscimento di pari dignità e reciprocità fra i “contraenti”. Significa condivisione intorno ai contenuti di un “Patto”: quale uomo e cittadino vogliamo, insieme educare?”

La presenza, nel nostro Paese, di oltre 25mila bambini e ragazzi “fuori famiglia” (da comunità di accoglienza o in affido), è una provocazione per il sistema scolastico. Su di loro incidono profondamente il problema dell’abbandono scolastico, ma anche esperienze quali la demotivazione, le bocciature. Con chi condividere la responsabilità, con chi stipulare il “Patto”? Nei confronti di questi ragazzi è maggiormente da esercitare la “genitorialità sociale”, il prendersi cura da parte di un’intera comunità locale: negli obiettivi di Lisbona, l’UE insiste sulla necessità di un sistema educativo e scolastico nel quale nessuno si perda (“Non uno di meno!”).