Nostro figlio vuole tornare a visitare l’istituto dal quale proviene: è consigliabile?

Buongiorno Ai.Bi.

Siamo i genitori adottivi di un ragazzo di origine ucraine, arrivato in Italia nel 2004 e oggi 15enne. Tempo fa, per la prima volta, ci ha chiesto di andare a visitare il suo Paese di origine e in particolare l’istituto in cui viveva prima che noi lo adottassimo.

Per ora gli abbiamo detto che stiamo valutando la sua richiesta ma prima di una risposta abbiamo deciso di chiedervi aiuto nel gestire questa richiesta.

Ci consigliate di accontentare o di dissuadere questa richiesta?

Grazie mille per i consigli,

Giuseppe e Sonia

Cari genitori,

il ritorno ai luoghi di origine riveste una notevole importanza nell’ottica della ricostruzione della storia e quindi del senso identitario di un minore adottato.

Ogni figlio adottivo conserva sempre un ricordo, a volte non strutturato, di quanto vissuto prima di essere accolto. Se questo figlio, una volta diventato grande, volesse andare a visitare i luoghi da cui proviene, sapere qualcosa in più dei posti che lo hanno visto nascere e della sua cultura, il nostro consiglio è quello di aiutarlo, di accompagnarlo nel viaggio, condividendo con lui lo spirito della sua ricerca. Questa ricerca è un bisogno di molti, ma non è vissuta da tutti nello stesso modo c’è chi parla di paura o di timore e chi invece di curiosità e serenità. In questo percorso di riscoperta della loro storia, i figli vanno accompagnati. Visitare i luoghi in cui i ragazzi hanno ricevuto le prime cure, prima di essere adottati e diventare i vostri figli, è qualcosa che va vissuto quando il momento è opportuno e che deve essere preparato. Il momento giusto lo si individua vivendo insieme e stando in relazione profonda con i propri figli, vivendo la preparazione e l’esperienza del viaggio con loro, magari con l’aiuto di professionisti o con il mutuo sostegno di altre famiglie che vogliono intraprendere la stessa avventura.

Tutto il nucleo famigliare, nel vivere questo ritorno, sarà carico di emozioni, non necessariamente positive, che è bene far esprimere al ragazzo, in modo che si senta legittimato nel vivere i propri vissuti emotivi, anche se negativi, e, ancora una volta, accolto. Tornare nei luoghi di origine, quindi, aiuta i figli adottivi a colmare i loro vuoti, a completare il puzzle della loro vita e a non sentirsi persi.

Un caro saluto,

Ufficio Stampa di Ai.Bi.