Nuovo decreto, Draghi punta alla riapertura delle scuole per i più piccoli

Dopo Pasqua le restrizioni dovrebbero essere riconfermate. Unica eccezione la riapertura scuole: primarie, materne e asili nido, per le quali si pensa a un via libera anche in zona rossa, ma con tamponi per tutti i bambini

L’attuale decreto in vigore scadrà il 6 aprile, nei giorni immediatamente successivi a una Pasqua che, per tutti, sarà in zona rossa. Quello che succederà dopo ancora non è stabilito, ma la curva dei contagi che ancora non si piega e le terapie intensive oltre la soglia di allarme non permettono grandi allentamenti delle misure. L’orientamento del Governo pare ormai chiaramente rivolto a una conferma delle attuali misure, con la sola scuola primaria, le materne e gli asili nido a fare da eccezioni e rimanere aperti anche in zona rossa.

Riapertura scuole: spinte emotive e fermezza dei dati

Gli scienziati, però, frenano, a partire dal Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, da inizio pandemia una delle voci più attente e analitiche nell’analizzare i numeri dell’emergenza. In un’intervista al Corriere della Sera Cartabellotta risponde che “sarebbe bello” riaprire le scuole, ma le condizioni ancora non ci sono. Anche per via di un piano vaccinale che stenta a decollare e che ha dato priorità a categoria professionali diverse e non solo ad anziani e soggetti fragili (ma, questo, è un cambiamento attualmente in atto).

Di fronte a questo scenario, dunque, le aperture, se ci saranno, dovranno seguire protocolli più rigidi e controllati. L’idea sul tavolo è quella di effettuare un tampone rapido a tutti i bambini il primo giorno di riapertura, ripetendolo, poi, ogni settimana. In caso di positività, verrà fatto un tampone molecolare a tutta la classe. Una modalità con la quale si spera di tenere più sotto controllo la situazione e tutelare studenti e insegnanti, in attesa che per questi ultimi si completi il ciclo di vaccinazioni.

Nessuna concessione, a guidare le scelte saranno solo i dati

Per sostenere nel concreto l’attuazione del piano, potrebbero scendere in campo esercito e protezione civile, mentre due milioni di kit per i tamponi rapidi sono già pronti e verranno implementati nei successivi giorni.

Per quanto riguarda gli altri cicli di istruzione, nessuna via libera: si riaprirà solo in zona arancione e al 50% con la didattica a distanza. Su questo il premier non ha dubbi: “È doloroso” aver chiuso la scuola – ha detto nel suo discorso alle Camere, ma si riaprirà solo “con dati di contagio rassicuranti”. Perché le chiusure sono certo dolorose, ma delle riaperture concesse solo sull’onda delle proteste e dell’emotività farebbero ancora più del male a lungo termine.