Oggi alla Camera la discussione delle mozioni. Amici dei Bambini : ”Un atto di giustizia”

camera dei deputatiCosa c’è di più bello che dare e ricevere amore? Soprattutto se c’è un bambino che ne ha disperatamente bisogno, che lo cerca, lo desidera e magari poi lo trova… in due genitori “nuovi di zecca” il cui più profondo desiderio è trovare un bimbo proprio come lui a cui dedicare tenerezze, attenzioni, sorrisi. Niente di più puro, cristiano e “giusto” , nel suo senso più originario del termine. Giustizia. Una giustizia che però ancora nel 2014 viene ostacolata dal vile denaro. Perché puoi adottare solo se hai soldi. Tanti soldi talmente tanti da non essere alla “portata” di tutti. Se sei benestante la tua “capacità” di amare pesa di più di chi lo è meno.  E poco importa se ci sono bambini agli angoli della strada che muoiono di fame e di mancanza d’amore e cercano solo una casa accogliente. Un paradosso. Per questo Ai.Bi. (Amici dei Bambini) da tempo si è intestata una battaglia ben precisa: la gratuità delle adozioni internazionali Una sfida epocale: modificare la legge 476/98. Una necessità suffragata da dati sconcertanti di quanti siano i bambini nel mondo soli : 168 milioni secondo la recente indagine Unicef (2009). Una lotta portata avanti a suon di manifesti e raccolte firme e che finalmente oggi è stata recepita da Paola Binetti (Deputato XVII Legislatura) che (nella mozione in votazione oggi alla Camera) ha inserito un ben preciso e specifico punto proprio sulla gratuità delle adozioni internazionali. La mozione recita testualmente “…esercitare un controllo sui costi complessivi sostenuti dalle famiglie che vogliono adottare un bambino con le procedure internazionali, per valutare come venire incontro ad eventuali necessità non previste; valutare la proposta dell’Associazione Amici dei bambini di rendere l’adozione internazionale totalmente gratuita…” Perché un atto di giustizia deve poter essere gratis. E non c’è giustizia più grande che dare un papà e una mamma a un bambino abbandonato. Nello specifico cosa si intende per gratuità delle adozioni internazionali? “E’ chiaro che le procedure adottive hanno oneri – dice Ai.Bi – che è impossibile abbattere. E’ quindi necessario trovare un modo per conciliare la gratuità delle adozioni per le  famiglie che ne avranno diritto e l’esigenza di coprire i costi che comunque devono essere sostenuti. Il semplice reddito non è un corretto misuratore dell’effettiva condizione economica di un soggetto”. E’ allora necessario valutare in modo diverso questo aspetto. Ai.Bi. intende sviluppare e applicare uno strumento analogo, il QUAF, il Quoziente Adottivo Familiare, per

le coppie che intraprendono la strada dell’adozione internazionale. “Grazie appunto all’esperienza dell’ISEE – continua Ai.Bi – il QUAF dovrebbe essere in grado di evitare le distorsioni che talvolta in passato si sono verificate e assicurare una più accurata valutazione della capacità economica di ogni aspirante famiglia adottiva. L’obiettivo è permettere a chi è in una più difficile situazione economica di pagare meno o addirittura nulla, mentre a chi ha mezzi maggiori sarà chiesto di pagare il prezzo pieno”. Intanto, in attesa che il «sistema Italia» trovi una soluzione, Ai.Bi. ha istituito il  proprio «Fondo dell’accoglienza». Il Fondo viene alimentato da  donazioni private e lasciti testamentari ed è gestito e utilizzato da Ai.Bi. per sostenere esclusivamente interventi correlati alla missione dell’associazione, ovvero il diritto di ogni bambino di essere figlio, con particolare attenzione a situazioni  aventi carattere di urgenza e a interventi che possono attenuare gli effetti della crisi economica in atto. Tra gli interventi finanziabili, c’è il sostegno, anche economico, a famiglie adottive e affidatarie con limitate possibilità economiche. Non è ammissibile che una coppia rinunci ad adottare per mere questioni economiche. Di più. Ai.Bi. è un movimento di famiglie adottanti e affidatarie. Vogliamo lanciare un’opportunità, facoltativa, per le famiglie adottanti più benestanti. Esse potrebbero adottare il proprio figlio, e scegliere di aiutare un secondo bambino a essere accolto da un’altra coppia. Un modo per trasformare la solidarietà in azione.