Primo ok e novità per l’Assegno di Inclusione

Il Senato ha dato il primo via libera al Decreto Lavoro, approvando alcune modifiche per l’Assegno di Inclusione, destinato a sostituire il Reddito di Cittadinanza. Novità importanti anche per le donne vittime di violenza

Il Decreto Lavoro, che porta simbolicamente la data dell’1 maggio, è approdato finalmente in Senato per la discussione, la votazione degli emendamenti e, alla fine, il primo OK per la sua approvazione.
Diverse le misure contenute al suo interno, quasi tutte già ampiamente anticipate nelle scorse settimane: dal taglio del cuneo fiscale all’innalzamento del limite di utilizzo per i fringe benefit, fino al definitivo superamento del Reddito di cittadinanza con l’arrivo dell’assegno di inclusione.
Proprio su quest’ultimo punto si concentrano i cambiamenti maggiori rispetto alla prima stesura del testo.

Novità per l’Assegno di Inclusione

Rimangono inalterati i destinatari che erano già stati individuati quando il nome proposto per la misura era ancora “Garanzia per l’Inclusione” (illustrate su AiBiNews QUI), ovvero i nuclei familiari all’interno dei quali è presente almeno un minore, un disabile o una persona con più di 60 anni, e che abbiano un ISEE inferiore a 9.360 euro.
Le novità riguardano prima di tutto il fatto che, grazie a un emendamento a firma della senatrice Paola Mancini (FdI), sono stati ridestinati alle famiglie in povertà che hanno al proprio interno un bambino disabile i 60 milioni che una precedente modifica aveva rischiato di tagliare.
Inoltre, durante il passaggio del testo al Senato, il Governo ha espresso parere favorevole ad allargare la platea dei beneficiari anche alle persone con grave svantaggio e in cura presso i servizi socio sanitari certificati dalla Pubblica Amministrazione.
Le altre novità riguardano le caratteristiche delle proposte di lavoro che è possibile rifiutare senza perdere il diritto all’Assegno di Inclusione: in caso di famiglie con figli minori di 14 anni, l’obbligo di accettare un contratto scatta solo se la proposta è per un posto di lavoro che non dista dal proprio domicilio più di 80 km o più di 120 minuti di tempo se si compie il tragitto con i mezzi di trasporto pubblico, mentre in precedenza l’obbligo era esteso a qualsiasi proposta di contratto a tempo indeterminato su tutto il territorio. Il limite temporale dei 120 minuti è stato esteso anche alle proposte di contratto a tempo determinato, che prevedevano già la discriminante degli 80 km.

Assegno di Inclusione per le donne vittime di violenza

Una significativa iniziativa è stata infine introdotta su una proposta firmata Paita-Sbrollini (di Italia Viva) per le donne vittime di violenza, che potranno costituire un nucleo familiare indipendente da quello del marito ai fini dell’ISEE, sulla base del quale poter poi fare richiesta di accesso all’Assegno di Inclusione. Per queste donne saranno inoltre previsti percorsi di inclusione personalizzati.