Oltre l’aborto. La speranza nell’abbandono. Le alternative all’aborto si coltivano nella cultura dell’accoglienza

lema-13Le alternative alla prassi dell’aborto sono possibili e coltivabili in un’autentica cultura dell’accoglienza. Con questa convinzione nel 2012 Ai.Bi. Amici dei Bambini accostava questioni e situazioni forse non sempre adeguatamente e sufficientemente considerate. Un convegno internazionale – Oltre l’aborto. La speranza nell’abbandono – raccoglieva la sfida esplorando analogie e condizioni delle esperienze che conducono all’abbandono e all’interruzione della gravidanza, verificando possibili esiti alternativi e differenti prospettive.

Certo per scegliere e “preferire la vita”, occorre coglierne il senso autentico. Povertà, precarietà, indigenza, patologie, disabilità, sofferenze, crisi, fragilità, incapacità… sono questioni o condizioni che vengono portate a giustificazione tanto dell’aborto quanto dell’abbandono; tuttavia, l’accoglienza adottiva, l’affido e il sostegno sono certamente in grado di superare o smascherare l’inganno suggerito dall’abbandono che non riesce a sottrarre alla vita la sua cristallina dignità, pur nelle condizioni più estreme o avverse. Verosimilmente la cultura e l’esperienza dell’accoglienza, insieme alla prevenzione dell’abbandono, possono contribuire a indicare strategie e prassi capaci di suggerire e sostenere una libertà che si orienti alla vita mentre è tentata dall’aborto quale suo presunto compimento. Del resto, se l’abbandono è reversibile anche l’aborto non può essere l’unica opzione disponibile.

Nel fascicolo n. 13 della rivista “Lemà sabactàni?”, sono disponibili alcuni degli interventi e dei contributi proposti in occasione di quel Convegno internazionale.

Marco Griffini illustra il senso e le prospettive di quell’evento avanzando alcuni quesiti: «perché abortire quando è possibile abbandonare chi è stato concepito e partorito? È possibile pensare anche per l’aborto ciò che è già sperimentato con l’abbandono?». Griffini si interroga sulla possibilità che la speranza, se perseguita, accolta e ricercata possa cambiare la prospettiva che conduce inesorabilmente e frettolosamente a guardare solo all’aborto.

Monica Barbarotto, presenta il Consorzio “Preferire la vita” impegnato nella realizzazione dell’iniziativa “Adozione: un’alternativa all’aborto” volta a promuovere la tutela della maternità e della vita nascente anche attraverso la pratica del parto in anonimato.

Barbara Ghiringhelli, propone unasintesi di una ricerca-azione, condotta dalla Fondazione IULM a partire dall’analisi del contesto italiano in cui si sono sviluppate iniziative ed azioni per una promozione fattiva e culturale del parto in anonimato inteso come alternativa all’aborto, nell’ambito della promozione della tutela della maternità e della vita nascente.

Il contributo del teologo Maurizio Chiodi, impegnato a tracciare il profilo etico e culturale delle questioni in gioco, si apre con alcune esplicite domande: «davvero l’abbandono può nascondere una speranza? Si può chiedere a una madre che vorrebbe abortire di “abbandonare” il proprio figlio, perché questi possa essere adottato da un’altra madre, come figlio proprio?». Chiodi propone una riflessione rivolta alle questioni antropologiche e teologiche implicate nei problemi concreti, quali luoghi in grado di favorire la comprensione e il processo di discernimento.

Una finestra aperta sulla esperienza statunitense è offerta dal contributo di Kris Faasse, Direttrice dei servizi per l’adozione di Bethany Christian Services, la quale illustra alcune delle modalità progressivamente sviluppate negli Stati Uniti d’America.

Le ragioni dell’aborto e la possibilità di smontare alibi e superare miti, sono le questioni affrontate dall’intervento di Lisa Trasforini, la quale, consapevole che l’aborto sia un tema controverso e luogo di profonde discussioni, evidenzia come la scelta di intraprendere l’interruzione volontaria di una gravidanza comporti una complessità emotiva che non deve essere sottovalutata.

Aborto? No grazie”, i giovani tifano per l’accoglienza. Il Presidente di “Ai.Bi. Giovani” Marco Carretta presenta il contributo dei giovani sul tema, un pensiero elaborato anche grazie all’esperienza adottiva direttamente vissuta, in grado di esprimere a pieno titolo quanto l’accoglienza e la cultura che la anima, la sollecita e la rende possibile, possa contribuire a promuovere una concreta alternativa alla precoce interruzione di una vita, comunque concepita ancorché non ancora partorita, sempre degna di essere custodita, accolta e vissuta.

Nella sezione eventi e documenti, completano il fascicolo tre ulteriori distinti testi. È disponibile la relazione di Rosanna Virgili, “L’accoglienza come profezia di salvezza”, offerta dalla biblista in occasione degli incontri dedicati al tema “Viaggio alle radici dell’accoglienza. La valenza antropologica dell’accoglienza” organizzati a Macerata dall’Associazione “La Goccia”. Inoltre, con riferimento al Sinodo dedicato al temaLe sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, viene pubblicato il testo elaborato dalle Associazioni Ai.Bi. Amici dei Bambini e La Pietra Scartata con cui – raccogliendo in sintesi la propria esperienza, la ricerca sociale, la elaborazione teologica e pastorale, le proprie riflessioni e considerazioni – hanno dato riscontro ad alcune delle questioni esplorate dal Questionario divulgato in preparazione al Sinodo. Infine, è proposta una sintetica presentazione del RapportoChild adoption: trends and policies” – curato dalla Population Division del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite – e dei principali elementi riscontrati ed emersi dalla raccolta di dati, informazioni e dalla relativa recensione critica.