Oltre lo strazio quotidiano: una ludoteca colorata per riaccendere la speranza dei piccoli siriani

campo-profughi_siria 200Pubblichiamo il seguente articolo inviato dal responsabile dei progetti di Amici dei Bambini in Siria.

 

Guardo scorrere le immagini diffuse su internet, relative al bombardamento di una scuola ad Aleppo, in cui sono morti 25 bambini. Fotogrammi strazianti: i corpi degli studenti dentro ai sacchi di plastica, i loro volti esangui e privi di vita, passati in rassegna uno a uno, mentre in sottofondo si odono le grida di una donna. Il dolore mi entra nella carne, ma non abbastanza. Non quanto dovrebbe. Pur essendo più vicino di altri, sono ancora troppo distante dal comprendere, dal concepire una simile sofferenza.

Questa quotidiana rassegna stampa del dolore è la parte più dura, eppure necessaria, del mio lavoro con Amici dei Bambini. Questi piccole vittime, per me, hanno smesso di essere solo numeri: sono diventate qualcosa di più simile ai fratelli, agli amici, agli studenti per cui ho fatto tanti anni da educatore.

Che senso ha tutto questo, mi chiedo? Un medico siriano incontrato di recente, mentre mi descriveva gli effetti che gli ordigni chimici hanno sui bambini, mi ha detto, nel suo inglese stentato, ma essenziale e diretto: “Perché prendersela con loro? Non lanciano bombe, vanno a scuola!”Leggo che le Nazioni Unite – giustamente – hanno alzato la voce, condannando per l’ennesima volta questo scempio, questa strage indiscriminata di civili, compiuta in spregio al diritto internazionale umanitario, ma prima ancora a quella verità, quella legge incisa profondamente nello spirito di ciascun essere umano.

E noi – mi chiedo –, che non siamo nella posizione di alzare la voce nei confronti di nessuno, cosa stiamo realmente facendo per dimostrare la nostra vicinanza alle famiglie colpite da questa tragedia, in cui l’umanità sembra essersi eclissata, per lasciare il campo a una Bestia famelica che tutto distrugge e divora?

Noi, forse, possiamo solo far sentire la voce del nostro cuore. Con la preghiera, sensibilizzando chi ci sta vicino e parlando di questa tremenda guerra, di cui il mondo sembra essersi dimenticato. Ma anche donando tutto il supporto possibile a chi è impegnato sul campo, in condizioni non semplici, per far arrivare aiuti alla popolazione colpita dal conflitto.

Fra le iniziative di prossima realizzazione a Binnish, nel governatorato di Idlib, a nord della Siria, Ai.Bi. ha inserito l’allestimento di una ludoteca sotterranea, uno spazio “a misura di bambino”, dove mettere dei giochi e ricreare (anche visivamente, tramite la tecnica cosiddetta della “cromoterapia”) un ambiente naturale, con alberi, cielo e sole, capace di trasmettere serenità a chi vi si trova. Si tratta di un tentativo di “normalizzare” la quotidianità dei piccoli siriani, troppo di frequente sconvolta dalle esplosioni, dalla paura, dal lutto. Un modo per rispondere con un po’ di creatività, colore e luce, all’inutilità, al grigiore e al buio della guerra.

Perché la morte non deve avere l’ultima parola sul destino di questi bambini.

È importante, in un momento come questo, riscoprire il valore della solidarietà, che è condivisione, compassione, responsabilità: il dolore di quelle famiglie dovrebbe essere anche il nostro, che siamo genitori a nostra volta e abbiamo figli, fratelli e amici. Che abbiamo un cuore che batte allo stesso modo di quello dei nostri figli, fratelli e amici siriani.

 

In questo momento, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare!

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.