ONU. L’Italia vota contro la famiglia tradizionale. Mons. Tomasi: “Un voto inconcepibile. I bambini hanno bisogno di una mamma e un papà”

onuAncora la famiglia al centro, nel ventesimo anniversario dell’Anno internazionale ad essa dedicato. Lo scorso 25 giugno il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione a favore della famiglia intesa come “elemento naturale e fondamentale della società”. Il testo è stato votato con 26 sì, 14 no e 6 astenuti. “La famiglia è l’elemento naturale e fondamentale della società” ed essa “ha il diritto alla protezione della società e dello Stato”. Recita così la risoluzione approvata dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, che comprende 47 Stati membri. Colpisce che a votare a favore della risoluzione siano stati tutti i Paesi africani e quelli arabi, la Russia, la Cina e il Venezuela. L’Italia vota contro, come tra gli altri USA, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Giappone, Corea e Cile, dopo la bocciatura di un emendamento per l’inclusione nella risoluzione di altri tipi di unione. Cosa significa questa spaccatura?Il testo approvato è  in perfetta linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948: afferma che la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. Questa affermazione del 1948 fu fatta per difendere la famiglia dagli Stati totalitari e dal totalitarismo ed è ripetuta nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, nei Patti sociali e civili del 1966, in tutte le Carte internazionali. Questo dovrebbe far riflettere: l’Europa, la culla dei diritti umani, vota contro i diritti umani, stabiliti dalla Dichiarazione più celebre della storia del mondo. Il testo non implica per gli Stati membri alcun obbligo giuridico ma apre, anche con una tavola rotonda da tenersi nella prossima sessione, un dibattito sui modi per proteggere la famiglia.  “La famiglia e’ una cellula fondamentale della società umana -ribadisce mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, intervenuto  alla 26/ma sessione del Consiglio dei diritti umani. Nel suo discorso, di cui da’ conto la Radio Vaticana – la famiglia continua a dimostrare un vigore maggiore rispetto alla forza di coloro che hanno tentato e tentano di eliminarla come una reliquia del passato, un ostacolo all’emancipazione dell’individuo o alla creazione di una società libera, felice e paritaria”.  Ribadendo quindi il “legame reciproco” tra famiglia e società e le rispettive “funzioni complementari nella tutela e promozione del bene di ciascuno e dell’umanità intera – continua mons. Tomasi-  il Testo evidenzia che la dignità ed i diritti dell’individuo non vengono sminuiti dall’attenzione posta nei  confronti della famiglia. Anzi, molte persone, proprio in un contesto familiare forte e sano, fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna,  trovano protezione, nutrimento ed energia”. E ciò riguarda soprattutto i bambini, i quali necessitano di “un contesto familiare armonioso precisa – in cui ricevere la formazione e l’educazione sulla base di un modello genitoriale sia maschile che femminile”.   E’ nella famiglia, dunque, che le generazioni incontrano l’amore, l’educazione, il sostegno reciproco e la trasmissione del dono della vita. Ma Nord America, tutti i paesi dell’Europa (Italia compresa) che siedono in Consiglio e alcuni stati del Sud America hanno cercato di inserire nel testo frasi per allargare la definizione di famiglia, parlando di «varie forme di famiglia». Per l’Inghilterra, ad esempio, le coppie omosessuali con figli dovevano «essere considerate come famiglie», per l’Uruguay la famiglia non poteva «essere ridotta a un modello solo». Secondo gli Stati Uniti ci sarebbero «miriadi di strutture» familiari. Della stessa idea l’Argentina per cui è semplicemente «impossibile» definirla. Ma ad impedire la riformulazione si è schierata interamente l’Africa, parte del Medio Oriente, la Russia e la Cina.
Perché l’Italia è stata contraria? Per unità con il resto d’Europa, rispondono alla Farnesina.