Open day 2017. Oltre 500 famiglie accorse al ‘porte aperte’ di Amici dei Bambini: un piccolo ‘esercito’ di mamme e papà pronto a rilanciare le adozioni internazionali

Numeri importanti, numeri che fanno sperare. Numeri su cui scommettere: numeri su cui i bambini abbandonati possono tornare a sognare. Sono quelli dell’ Open day di Ai.Bi che ieri, 06 luglio, ha aperto le porte di tutte le sedi nazionali a coppie e famiglie che credono ancora nell’adozione internazionale e in quanto tale, tengono viva la luce degli occhi del bambino abbandonato.

Circa 500 famiglie si sono recate, infatti, nelle varie sedi italiane e oltre mille sono stati gli utenti che hanno seguito la diretta live sui social e condiviso post.

Un piccolo “esercito” di mamme e papà che vogliono aprire le porte del loro cuore a un bambino abbandonato. Mamme e papà che però, consapevoli di questi anni bui da cui le adozioni internazionali stanno uscendo, vogliono dare il loro contributo fattivo per un vero e proprio rilancio.

Nel corso dell’ Open day, sono infatti, emerse richieste e proposte rivolte al Governo affinché si possano “snellire” e rendere più accessibili le adozioni stesse.

A livello unanime dal dibattito con le famiglie (momento conclusivo dell’ Open day) ne è nata un’agenda istituzionale con le seguenti priorità:  Riforma culturale; Riforma dell’iter; Riduzione dei costi e gratuità dell’adozione internazionale; Abolizione dei viaggi multipli; Vacanze preadottive; Agevolazione dell’adozione dei minori con “bisogni speciali”; e maggiore attenzione al post–adozione.

Intanto continuano ad arrivare da più parti riscontri e conferme che la strada intrapresa è quella giusta. Gianni Fini, Presidente del Forum Toscano  delle Associazioni Familiari  evidenzia come “A conclusione  di questo importante e partecipato Open Day di Ai.Bi  di sensibilizzazione e promozione  delle adozioni internazionali,  e dall’ascolto attento in particolare delle diverse testimonianze offerte,  si è colto ancora una volta con chiarezza che il percorso adottivo parte da una pienezza. Sicuramente da una eccedenza d’amore condiviso nella coppie che si mettono in cammino e che si manifesta attraverso una paziente attesa, nel desiderio del dono e gratuità della maternità e paternità, pur nella consapevolezza  delle difficoltà da affrontare. Il racconto delle loro belle esperienze e i bambini gioiosi che vanno e vengono dai loro giochi per una carezza e un abbraccio con i genitori, ci confermano che la famiglia raggiunge il punto più alto quando si china ad accogliere un bambino”.

 L’adozione è una esperienza bella e va raccontata – continua -, meglio ancora se fatta in compagnia con altre famiglie, nella consapevolezza di quanto ogni famiglia che accoglie sia feconda e generativa di bene comune, così come ci testimoniano i carismi e le vocazioni delle associazioni di famiglie accoglienti, le tessere più brillanti del mosaico associativo del Forum. Confidiamo che le vocazioni all’adozione possano mantenersi e accrescersi nel nostro paese che da sempre si distingue per generosità verso i bambini abbandonati, e possa ricomporsi, dopo un periodo difficile, la necessaria alleanza e collaborazione tra le Istituzioni, il prezioso e indispensabile lavoro di sostegno e accompagnamento degli Enti accreditati e le Famiglie desiderose di mettersi in gioco. Buona accoglienza a tutti”

E dalla sede di Bolzano arriva il racconto dell’assistente sociale di Ai.Bi. che parla di “un bel momento di confronto sul tema della crisi delle adozioni ma soprattutto sull’esigenza manifestata in modo molto forte dalle famiglie, di voler girare pagina e finirla con le polemiche e le battaglie istituzionali”.Le difficoltà di questi ultimi tre anni hanno portato a molte rinunce – continua – e paure verso l’adozione internazionale. L’analisi dei dati è stato un punto molto discusso.

Non sono mancate le testimonianze  di famiglie con i figli adottivi e biologici, servite per far capire ai presenti, come l’amore di genitore non fa differenze tra figli adottivi e biologici. Si possono paragonare sullo stesso livello la nascita biologica e adottiva, forse cambiano i modi: “la nascita del figlio adottivo è stata al momento dell’incontro in un freddo ufficio statale ma nessuno se ne è reso conto – hanno raccontato –  perché la bellezza del momento a livello emotivo è un dono molto prezioso che farà sempre parte dei ricordi piu’ belli della famiglia”.

Nei dibattiti è emerso inoltre le necessità di puntare molto sul post adozione: le famiglie non vogliono essere lasciate sole o in mano a operatori che non conoscono l’adozione. Le parole chiave su cui abbiamo riflettuto sono state PAURA, INCERTEZZA,RINASCITA, ASPETTATIVE, LUCI, OMBRE.

Luci e ombre che bisogna dissipare per buttarci alle spalle  quella che dal 2010 è la più grave crisi delle adozioni internazionali, con un continuo calo delle coppie che scelgono questa forma di accoglienza e che ottengono il decreto di idoneità.