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Belgio. A Tournai i cittadini accolgono i rifugiati tra gli applausi

Applausi, striscioni di benvenuto, parole di incoraggiamento: questa è stata l’accoglienza che gli abitanti di Tournai, cittadina del Belgio, hanno riservato ai primi 80 rifugiati al loro arrivo in città. I rifugiati sono stati “investiti” da un’ondata di umanità e da un caloroso e commovente benvenuto che li ha  “accompagnati” nella caserma di Saint-Jean.

Fiocco azzurro a Lampedusa….nasce un bimbo su una motovedetta

Nella serata di ieri, 3 settembre, le unità navali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera che fanno base a Lampedusa sono intervenute in due operazioni di soccorso. Tanti i morti ma anche un lieto evento: una donna nigeriana ha dato al mondo la sua creatura. Così la cp 324  ha fatto da culla al bambino nato tra le mani dei medici di bordo e gli applausi di tutto l’equipaggio.

Come si può restare sordi al grido di un bambino abbandonato?

Gesù non vuole vedere soffrire né noi adulti né i bambini abbandonati. Per questo si avvicina a noi, ci parla. “Effatà”, ordina. “Apriti” all’accoglienza, non restare sordo e ancorato ai pregiudizi. Una famiglia non rimanga quindi chiusa tra le sue mura di casa, ma sia testimonianza di accoglienza ed esempio per tutti.

“Sai come mi sono salvata dall’abbandono? Urlando a più non posso”

“Mamma, quando ero piccola eri già nel mio cuore!”. Maria Pia Tavano, 4 anni e mezzo, ha occhi a mandorla e capelli lunghi come le principesse Disney. “A scuola dicono che assomiglia a Elsa di Frozen!” – racconta mamma Anna – ma il suo aspetto non deve trarre in inganno: è forte e combattiva. Del resto, si è salvata così dall’abbandono: urlando a più non posso!

Colombia: “Non voglio lasciare mia sorella qui: vi prego, adottate anche lei!”

La tenacia e la caparbietà di due genitori di Lentate sul Seveso hanno vinto contro ogni ostacolo e hanno permesso di aprire le braccia all’accoglienza di due fratelli. Quella di Fausto e  Angela Luzzi è una storia di amore e al tempo stesso una battaglia per portare a casa la sorellina del figlio Brayan, adottato in Colombia nel maggio 2013.

I vescovi italiani: “Che ogni parrocchia accolga 5 migranti ”

Piccole comunità che, da un lato, offrano ai migranti un’accoglienza a misura di famiglia e, dall’altro, contribuiscano a garantire la sicurezza nel territorio che li ospita. È questo il “piano” della Chiesa per far fronte a quello che si sta delineando sempre più come il più imponente movimento migratorio che si sia mai verificato in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Profughi dalla Siria . Aiutiamoli nel loro Paese: solo così i bambini come Aylan non saranno più costretti a morire annegati

I perseguitati muoiono perché chi dovrebbe accoglierli e difenderli dai loro persecutori, finge di non sapere, volgendo altrove lo sguardo.  Cosa si può fare “prima”, come aiutarli a non cadere nella disperazione tale da abbandonare case e affetti e rischiare la morte in mare e nel deserto? Aiutarli a casa loro, creare nel loro Paese le condizioni di una vita dignitosa e al sicuro. Per questo da oltre un anno Ai.Bi. è in Siria e lavora con la campagna “Io non voglio andare via!”

Papa Francesco: “L’adozione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici”.

Un solo sorriso miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato  che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici”.  Un sorriso, il  tesoro più prezioso che una famiglia è in grado di regalare a un bambino abbandonato, accogliendolo in casa propria donandogli così quell’amore, quel calore, quelle carezze di cui ha un disperato bisogno. Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, proseguendo la sua catechesi sulla famiglia.

La spiaggia su cui muore l’Europa

Si può pubblicare la foto di un bambino morto sulla prima pagina di un giornale? Di un bambino che sembra dormire, come uno dei nostri figli o nipoti? Fino a ieri sera ho sempre pensato di no. Questo giornale ha fatto battaglie perché nella cronaca ci fosse un limite chiaro e invalicabile, dettato dal rispetto degli esseri umani.