Palajonio di Augusta: impossibile garantire accoglienza decorosa ai giovani migranti

PALAJONIODormono su brandine allineate sul campo da gioco, mangiano pasti freddi, trascorrono notti intere all’umidità, in un luogo costruito per fare sport e non per piangere ripensando alla propria terra di origine. Sono i giovani migranti che, dopo essere sbarcati sulle coste italiane, vengono trasferiti nei centri di prima accoglienza improvvisati, come quello allestito al Palajonio di Augusta, in provincia di Siracusa.

I minori stranieri non accompagnati, dal loro arrivo e presa in carico da parte del Comune, dovrebbero rimanere al Palajonio solo un paio di giorni, prima di essere trasferiti nei centri di accoglienza e poi nelle comunità alloggio distribuite su tutto il territorio italiano e non solo siciliano. Invece i tempi si allungano a dismisura e le comunità ospitanti sono perennemente al collasso.

In questo modo la costa orientale della Sicilia si trova costantemente a fare fronte alla marea umana che quasi quotidianamente si riversa sulle banchine dei suoi porti. L’impegno della popolazione locale è notevole, ma le sue forze rischiano di non poter reggere a lungo. I numeri degli arrivi sono altissimi e non si fa in tempo a trovare una sistemazione per chi sbarca che immediatamente si aggiungono altre migliaia di persone da ospitare.

Ne consegue che l’assistenza igienico sanitaria che si può garantire a questi giovanissimi non è adeguata, ma “si può e si deve definirla disumana” secondo una volontaria della parrocchia di san Giuseppe Innografo di Augusta. “La struttura sportiva viene contemporaneamente usata da ragazzi augustani che si allenano per il campionato – continua –. E mentre vedo i volontari sacrificarsi e mettere a rischio la loro salute per aiutare questi giovani e farli sentire meno abbandonati, sento forte la solitudine a cui le istituzioni condannano non solo i profughi, ma anche chi ha nel cuore il forte desiderio di accoglierli”.

Tutto l’onere dell’accoglienza ricade quindi sui sindaci, alle prese con le difficoltà dei bilanci comunali. “Siamo pienamente consapevoli che il Palajonio non è adeguato – afferma il commissario del Comune di Augusta, il prefetto Maria Carmela Librizzi, ma l’alternativa sarebbe stata lasciare questi ragazzi per strada. Stiamo cercando strutture alternative, ma l’amministrazione è in dissesto”.

Tutto lascia ipotizzare che l’emergenza non si fermerà. Per questo motivo l’amministrazione comunale di Augusta ha scritto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, informando anche il Ministero dell’interno, “perché si crei una cabina di regia centrale, che possa regolamentare lo smistamento dei minori in comunità del territorio nazionale”.

Nel frattempo, un recente rapporto elaborato nell’ambito del progetto europeo “Impact” ha inserito anche i minori stranieri non accompagnati in transito in Italia tra le principali vittime di tratta e sfruttamento minorile, conseguenza delle lacune nei sistemi di welfare e protezione dell’infanzia. Determinante per garantire maggiore protezione a questi giovanissimi è il ruolo dei volontari e la loro formazione. Anche con questo scopo, a Siracusa, è nata l’associazione “AccoglieRete”, una formazione di 75 tra tutor e volontari, pronti a prendersi cura dei migranti soli tra i 10 e i 17 anni.

 

Fonte: Avvenire (27 febbraio 2014)