Il Pan di Zucchero di Roè Volciano, un luogo dove sentirsi famiglia

Tra i progetti che Ai.Bi. porta avanti in Italia, spiccano i Pan di Zucchero, centri di aiuto per le famiglie e di sostegno per i minori. Scopriamo quello di Roè Volciano nelle parole della referente Maria Galeazzi

“Pan di zucchero” è un nome che ha sempre evocato il senso di ‘casa’: un dolce condiviso, il momento della merenda, la convivialità e lo stare insieme. Pan di Zucchero è anche un’attrazione turistica a Rio de Janeiro, la cima sulla quale si erge la statua del Cristo Redentor, e proprio in Brasile Ai.Bi. ha mosso i suo primi passi per l’accoglienza di bambini abbandonati.
Non a caso, ancora oggi Pan di Zucchero (PdZ) è un nome che risuona in associazione, perché i centri così denominati, presenti e attivi oggi in Italia, sono nati con l’idea di erogare sevizi per la famiglia, per curare quelle fragilità che metterebbero a rischio una piena accoglienza dei minori.

Il Pan di Zuccero di Roè Volciano

Maria Galeazzi è per Ai.Bi. referente del progetto Pan di Zucchero di Roè Volciano, in Valsabbia, in provincia di Brescia, che da sette anni offre spazio compiti e momenti ricreativi tre pomeriggi alla settimana.
“Il Centro è aperto a tutte quelle situazioni di fragilità che hanno bisogno di aiuto nel quotidiano – spiega Maria Galeazzi. La peculiarità di questo Pan di Zucchero è il fatto che sia sorto da un Punto Ai.Bi. attivo sul territorio. Alcune famiglie adottive hanno nel tempo creato una rete di amici e volontari intorno a famiglie in difficoltà: il terreno più fertile per avviare un Pan di Zucchero!”.
Il centro di Roè Volciano si trova in uno spazio comunale. “Siamo all’interno di una ex scuola materna – aggiunge Maria – : il salone è allestito con tavoli per lo studio e le attività; ci sono anche uno spazio gioco e un ufficio per colloqui con famiglie, mentre fuori, poco lontano, c’è un centro sportivo per le iniziative all’aperto”.
Oggi frequentano il centro due gruppi di ragazzini, provenienti da tre Comuni limitrofi: “Sono 12 bambini delle scuole elementari e 12 ragazzini delle scuole medie, per metà di origine straniera: i volontari passano a prenderli a scuola, li portano al Pan di Zucchero dove fanno i compiti, merenda e alcune attività, e poi li riaccompagnano a casa”.

Una grande comunità esempio di accoglienza e condivisione

Per lo svolgimento di tutte le attività i volontari rappresentano la colonna portante del progetto: “Intorno al Pan di Zucchero ruotano figure di operatori professionali e varie tipologie di volontari: quelli addetti ai trasporti, i volontari per le pulizie, quelli per l’ aiuto compiti e non mancano nemmeno i volontari del gruppo merende; mamme che si occupano di rendere piacevole la pausa pomeridiana offrendo ai bambini un senso di accoglienze e di casa”.
Le famiglie e i volontari di Roè Volciano sono molto attivi: organizzano eventi comunitari, iniziative di raccolta fondi tra cui il famoso “spiedo solidale” – quest’anno nella modalità “da asporto” a causa della pandemia – , il mercatino solidale di piantine e panettoni, i tornei di burraco e la lotteria. “Il progetto è possibile grazie a una serie di finanziatori locali, singoli donatori e piccole aziende, e al supporto della Fondazione comunitaria Bresciana. Quest’anno, a fronte di una cifra di donazioni ottenute con azioni di raccolta fondi, la Fondazione partecipa moltiplicandola per dieci”.
Un sostegno molto prezioso, quindi, per garantire la continuità del Pan di Zucchero.
Ma un altro contributo può arrivare da ciascuno, semplicemente attivando un’Adozione di una famiglia in Italia, che permette, con 10 euro al mese, di sostenere proprio i progetti che Ai.Bi. porta avanti… senza andare troppo lontano da noi.
“Questo progetto è un classico esempio di come le rete territoriali possano funzionare bene nel prendersi cura dei bambini fragili e delle loro famiglie – conclude Maria Galeazzi – : al Pan di Zucchero le famiglie possono trovare momenti di confronto, consigli, in alcuni casi anche uno sportello psicopedagogico….e i bambini possono ritrovare fiducia e sicurezze in un contesto familiare e accogliente”.