Lotta alla povertà educativa. Il Pan di Zucchero di Salerno: il “miracolo” del laboratorio di tutoraggio scolastico di Panthakù

Un luogo dove ritrovarsi, fisicamente, per studiare, ma anche dove riconoscersi, aiutarsi e provare a scrivere un pezzetto di una storia diversa. Tutto questo è Panthakù

Lei si chiama Miriam e ha undici anni.
Lui si chiama Christian ed è un suo coetaneo.
Entrambi frequentano il laboratorio di tutoraggio scolastico pomeridiano con gli operatori di Ai.Bi. attivato presso la scuola salernitana Calcedonia nell’ambito del cartellone di attività di “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto con capofila AI.Bi. Associazione Amici dei Bambini, selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Fin qui, tutto normale.

Una storia normale… che ha tanto di speciale

Ma la storia, in realtà, tanto “normale” non è, se per “normale” si intende, forse sbagliando, ciò che non esce dai canoni e procede come ci si aspetterebbe, quasi fosse un treno che viaggia su binari ben fissati per terra. Perché in questa storia, che tanto “normale” appariva, succede che tra lei e lui si crei un legame speciale.
È Miriam, inizialmente, a notare che Christian è in difficoltà. Così, si offre di supporto alle tutor per cercare di aiutarlo a comprendere meglio i testi che legge e a svolgere i compiti.
Nessuno le ha chiesto di farlo: è lei che ha deciso, uscendo da quei “binari” già tracciati per provare a dare una mano e rendersi utile: “Cerco di finire velocemente i miei compiti – racconta la bambina – così poi posso essere di supporto a Christian. Gli spiego l’epica, lo aiuto a leggere e, poi, gli formulo delle domande per verificare se ha compreso bene quello che ha studiato. Sono felice di farlo, perché ogni giorno noto che fa progressi e penso che un po’ sia merito anche mio”.
Ma in questa storia speciale, di progressi ne sta facendo anche la stessa Miriam, che confessa di amare grammatica e tecnologia, ma di avere qualche piccola difficoltà con la matematica, che si conferma la materia più complessa per gli studenti di quella fascia di età. “Sono contentissima di partecipare a questo laboratorio – continua la ragazzina – Si è creato un bel clima tra di noi ed è veramente bello poter imparare cose nuove divertendosi”.

Bambini, operatori e famiglie. Insieme

Ma il risultato più bello è senza dubbio il rapporto speciale creatosi tra i due studenti, che simboleggia quella che è la mission di Panthakù: diffondere il valore della rete, farne capire l’importanza ed educare i più piccoli al rispetto dell’altro, all’accoglienza e al gioco di squadra. Perché, così, anche i problemi che si incontrano diventano più semplici da risolvere.
Felicissima e quasi incredula, la mamma di Christian: “Non sapevo nulla! Mio figlio è molto timido e ha preferito tenersi dentro questo segreto – racconta la signora Annapaola. Mi fa tanto piacere, anche perché è ancora un po’ immaturo e fosse per lui passerebbe tutto il suo tempo libero a giocare. Invece, in questo modo, sta imparando ad acquisire delle regole: una cosa fondamentale per tutti noi. Anche per questo mi ritengo estremamente soddisfatta del laboratorio di tutoraggio scolastico del progetto Panthakù”.
Un progetto a cui chiunque può partecipare, decidendo di sostenere le attività di quei centri di formazione, accompagnamento e sostegno socio-psico-pedagogico per le famiglie che sono i Pan di Zucchero. Come fare è semplice: attivare un’Adozione a distanza in Italia. Solo 10 euro al mese per dare continuità a un sostegno che può davvero fare la differenza.