Papa Francesco: “I cristiani sono perseguitati, ma il mondo cerca di nascondere…” Il diritto di professare la propria fede

attentati pakistanScarpe insanguinate, borse, vestiti, brandelli di corpi, rottami… E’ quanto rimane sul terreno di fronte alle due chiese cristiane di Lahore, in Pakistan, colpite dagli attentati suicidi rivendicati dai talebani domenica 15 marzo. Due kamikaze si sono fatti esplodere all’ingresso della basilica cattolica di San Giovanni e di quella protestante della Chiesa di Cristo, provocando la morte di 15 fedeli e il ferimento di altri 80, di cui 30 versano in pericolo di vita. Tra loro anche tanti bambini, donne, anziani presi di mira solo perché cristiani. E il bilancio dell’attentato sarebbe stato sicuramente peggiore se i due terroristi non fossero stati bloccati dai volontari armati prima di entrare all’interno delle due chiese, distanti tra loro poche centinaia di metri, dove, in occasione della messa domenicale, erano presenti circa 2mila persone.

La notizia dell’attentato che ha colpito una delle città pakistane a più alta concentrazione di cristiani arriva in piazza San Pietro poco prima della recita dell’Angelus. Dure le parole di Papa Francesco su quanto accaduto a Lahore. I cristiani sono perseguitati – dice il Pontefice -, i nostri fratelli versano il sangue solo perché sono cristiani”. Rivolgendo le sue preghiere alle vittime delle bombe e alle loro famiglie, Papa Francesco si appella a Dio “affinché riporti la concordia” in Pakistan e “finisca questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nascondere”.

Fin dal momento della sua elezione, a marzo 2013, Papa Bergoglio parla di “ecumenismo del sangue”, riferendosi alla capacità dei cristiani di dare testimonianza fino a donare la vita. “In alcuni Paesi – disse il Pontefice nel dicembre 2013 – ammazzano i cristiani perché portano una croce o hanno una Bibbia, e prima di ammazzarli non domandano loro se sono anglicani, luterani, cattolici o ortodossi. Il sangue è mischiato. Per coloro che uccidono, siamo cristiani. Uniti nel sangue, anche se tra noi non riusciamo ancora a fare i passi necessari verso l’unità”.

L’accusa al mondo di “nascondere le persecuzioni ai danni dei cristiani” spiega perché la Santa Sede stia insistendo affinché le istituzioni internazionali si decidano ad affrontare la situazione. Una tragedia ormai continua, sulla quale Papa Bergoglio torna sempre più spesso. Se da una parte, infatti, il Pontefice sottolinea la necessità del dialogo con l’Islam e chiede ai leader musulmani di condannare i fanatici terroristi, dall’altra denuncia le troppe vittime “di chi odia Gesù Cristo”, della “brutalità contro i cristiani, i bambini, le chiese”, degli “imprenditori di morte”.

 

Fonti: Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa