Papa Francesco: “Avrei voluto andare a Goma”, dove, invece, proseguono le violenze

Nel corso del suo viaggio in Repubblica Democratica del Congo il Pontefice non andrà a Goma e nel Nord Kivu, dove c’è la guerra. E dove Ai.Bi. continua, nonostante tutto, a portare avanti i suoi progetti che… danno frutti di bene!

Papa Francesco, come abbiamo raccontato anche su AiBiNews, prosegue il suo viaggio in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. Un viaggio a lungo inseguito soprattutto con l’idea di portare un messaggio di pace e di speranza in luoghi troppo a lungo sconvolti dalla guerra e la violenza. È stato proprio questo uno dei primi pensieri espressi dal Pontefice rivolgendosi ai giornalisti presenti sull’aereo che lo portava in Africa: il Papa ha dato loro il benvenuto e li ha ringraziati per averlo accompagnato in un viaggio che aspettava da un anno. “È un viaggio bello” – ha detto. Aggiungendo subito dopo un’affermazione significativa: “Avrei voluto andare anche a Goma, ma con la guerra non si può andare là.

Vicino a Goma e nel Nord Kivu proseguono gli scontri

È proprio la zona di Goma e del Nord Kivu, infatti, nel nord est del Paese, quella in cui la situazione è più preoccupante, con i miliziani del gruppo M23 che si scontrano regolarmente con le truppe del governo, arrivando a compiere stragi come quella che non molto giorni fa ha colpito una chiesa pentacostale provocando diverse vittime.
Nel mese di novembre, le cronache hanno raccontato che i ribelli dell’M23 sono arrivati anche a conquistare l’area vicino a Goma nella quale è stato ucciso l’ambasciatore Luca Attanasio. Proprio quell’area dove, inizialmente, a Papa Francesco sarebbe piaciuto poter celebrare una messa, anche in ricordo di chi tanto si è adoperato per il bene di quel Paese e del suo popolo.
La zona di Goma è anche quella nella quale Ai.Bi. porta avanti i suoi progetti in Repubblica Democratica del Congo. Proprio pochi giorni prima che arrivassero gli uomini dell’M23, l’equipe psico-si trovava proprio nella zona “delle 3 antenne” (quella, appunto, in cui fu ucciso Attanasio) in visita al campo dove vive una mamma che recentemente si è riunificata con il suo bambino, al termine di uno dei percorsi di reintegro familiare per i minori abbandonati verso i quali Ai.Bi. si impegna da anni. La donna è stata anche una delle beneficiarie della distribuzione di “Kit AGR” (kit per lo sviluppo di attività generatrici di reddito) pensata proprio per favorire la reintegrazione dei minori in famiglia, sostenendo quest’ultima con azioni che possano prevenire un secondo abbandono.

Il bene che nasce dal bene

Il kit è stato utilizzato per la coltivazione di un campo di patate che si trova proprio sotto le 3 antenne: fortunatamente, al momento degli scontri con l’M23, la donna era già riuscita a raccogliere parte di quanto coltivato e a venderlo, decidendo,poi, di utilizzare parte del ricavato per accogliere in casa sua alcuni dei rifugiati delle zone dove i combattimenti sono più gravi.
Un bellissimo esempio di come anche il bene possa essere “contagioso” e rispondere, con gesti spontanei e quotidiani, alla violenza della guerra.
Tutti possono sostenere le attività di Ai.Bi. in Repubblica Democratica del Congo, con una donazione libera una tantum, oppure aderendo al progetto: “Adotta a Distanza i minori di un orfanotrofio in Congo”, a partire da 0,83 centesimi al giorno.