Papà Lorenzo : “La migliore medicina per questi bambini si chiama ‘mamma’. Il nostro Shan non si stacca più dalla pancia di Chiara”

Silhouette of mother which turns the child against a sunset and waterIl primo bagnetto, le ‘lotte’ per farlo mangiare e le reticenze e diffidenze che pian piano vanno sciogliendosi fino a sentire sempre più forte il richiamo della ‘mamma’. E’ quello che sta succedendo al piccolo Shan che dopo i primi giorni di ‘conoscenza’ della sua nuova famiglia, va ‘ambientandosi’, riposa più tranquillo, beve il latte in abbondanza e soprattutto non si stacca più dalle braccia della mamma Chiara. Anzi dorme sdraiato sulla sua pancia. Un richiamo ancestrale che sta recuperando con la sua nuova mamma.

Ecco il racconto di oggi ( ‘puntata’ 3…) di papà Lorenzo, uno degli 8 partiti lo scorso 18 settemebre alla volta di Xi’An.

 

Care Cristina, Marta e Lisa,

scusate il ritardo ma è stata dura far cedere Emma stasera. Shan dorme già da quasi un’ora, suo fratello da poco più e sua madre…siamo lì. Lei invece no! Stasera ho dovuto spiegarle che la luce che passa dalle tende non è del sole ma dei lampioni perché è sera.

Comunque lasciamo perdere le questioni famigliari per venire al punto fondamentale di oggi. Qual è il lavoro più bello del mondo? Le opzioni erano:

–          Collaudatore

–          Pizzaiolo.

–          O il lavoro più bello è…il vostro!

E questo lo dico dopo la visita di oggi pomeriggio all’istituto dove Shan è “cresciuto” questi due anni. Nulla da dire sulla pulizia e sull’ordine. Le tate ci mettono tutta la loro buona volontà, il loro impegno e la loro dedizione, ma quei piccoli non hanno bisogno di una tata. Loro, le tate, sono solo un palliativo, la medicina giusta si chiama mamma. E poi mi preoccupo ancora del perché mio figlio Shan rifiuta il cibo (ora non più per fortuna!) o non mi spiego il perché stia sereno solo se una volta ogni due o tre ore ne deve passare almeno una attaccato alla sua mamma, o se per fargli fare un mezzo sorriso devo sudare sette camicie. Sono proprio un somaro!

E a vedere gli altri bambini del gruppo, penso che ognuno di essi abbia un modo suo per dirci questa cosa: “La medicina si chiama mamma! Anche se adesso faccio cose che non capisci, la medicina si chiama mamma! Anche se adesso a te sembra che io non lo sappia o non te lo dimostri  io lo so che la medicina si chiama mamma!”

E voi? Voi fate un lavoro d’oro. Fate il lavoro più bello del mondo! Forza ragazze dateci dentro. L’anno prossimo dovete arrivare a quota 100! Vuoti li voglio vedere quei lettini, la prossima volta che ci verrò!

Da lunedì pomeriggio abbiamo iniziato a vedere qualche spiraglio di luce. Shan ieri ha bevuto più latte che in una settimana, quasi. Speriamo che una volta arrivati a Pechino, dove avremo la possibilità di cucinare noi riusciremo a fare qualcosa di meglio. Per ora, purtroppo solo latte. Noi bene o male qualche cosa riusciamo a mangiare. Qualcosa simile alla pasta riescono a farlo e verdura cruda. Non è che non ci sia da mangiare. Se solo avessimo un po’ di coraggio, di pesce e di loro specialità ci coprirebbero.

Tornando a Shan abbiamo visto altri segnali incoraggianti: ieri gli abbiamo fatto il bagnetto. Strilli a non finire. Dopo il bagnetto ha mangiato e si è tranquillizzato. Abbiamo trascorso una dopo cena sereno con lui che iniziava un po’ a sciogliersi. Poi nanna fino a questa mattina alle sette. Un po’ più movimentata della precedente ma sempre una buona notte. Dalle sette alle otto e mezza, mentre gli altri due finivano di fare il “buco” nel letto, è rimasto a pelle di leone sdraiato sulla pancia di Chiara che lo cullava e coccolava. Non voleva più staccarsi. Da questa mattina non vuole più staccarsi da Chiara o da me. Sempre in braccio. Pensiamo che sia lecito da parte sua e quindi tutte le regole anti-vizietti in questo caso non valgono.

Certo è che avrà bisogno che il nonno Antonio lo accompagni al cassetto magico all’ingresso, che il nonno Rino lo porti a caccia di tartarughe e galline nell’orto, che perda giornate intere a correre dietro alle nonne indaffarate in mille faccende.  Deve imparare tutto, scoprire l’acqua calda, sapere cosa voglia dire avere una famiglia. Solo così potrà iniziare a vivere.

(continua…)