Parto in anonimato. “La mia vita dipende dal legislatore: vivo nel terrore di essere rintracciata!”

madre segreta“Sono disperata, non vivo più e non riesco ad immaginare un futuro con la mia splendida famiglia”. Sono le drammatiche parole di R., una donna che a 16 anni ha partorito in anonimato e poi si è costruita una nuova famiglia che non è a conoscenza di questa sua lontana scelta. Ma da quando è iniziato il dibattito parlamentare sulla possibilità di modificare la legge che garantisce l’anonimato delle donne che hanno scelto di non essere nominate al momento del parto, R.  vive nel terrore di essere rintracciata e di vedere così gravemente compromessa la serenità familiare così faticosamente costruita. Sono numerose le lettere che la donna ha già scritto all’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie), che ha promosso la petizione “Difendiamo il segreto del parto, la salute delle donne e il futuro dei bambini non riconosciuti”. La stessa Anfaa, con la sua presidente Donata Nova Micucci, il 16 giugno ha scritto alla presidente e ai deputati della Camera facendo conoscere “l’accorato, straziante appello ricevuto” da R. e il dramma che la donna sta vivendo, la cui vita “dipende dal legislatore”. Nella speranza che lo Stato decida di non tradire l’impegno assunto con decine di migliaia di donne che, sicure del diritto alla segretezza garantito loro dallo Stato per cento anni, hanno deciso di partorire in anonimato, invece di abortire o abbandonare o uccidere il loro nato.

 

Leggi il testo integrale della lettera dall’Anfaa.