Per i migranti il Venerdì Santo è ogni giorno: sono già 488 le vittime del Mediterraneo da inizio 2016

vittime sbarchiNelle acque del Mediterraneo, al centro di un mondo sempre più attraversato dal dramma dei profughi, il Venerdì Santo è ogni giorno. Le storie di migranti che, anziché conquistare una nuova vita in Europa, trovano la morte in mare sono ormai cronaca quotidiana.

Dall’inizio del 2016 sono passati meno di 3 mesi. In meno di 100 giorni, però, sono già 488 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo, a fronte di 160mila sbarchi. SI tratta di un numero 35 volte superiore a quello fatto registrare nello stesso periodo dell’anno scorso. Una cifra altissima che diventa enorme se torniamo indietro di un solo anno. Dal 1° gennaio 2015, in circa 15 mesi, le vittime del mare sono state 5.300 e circa un milione le persone che sono riuscire a raggiungere le coste dell’Europa sane e salve. I dati, aggiornati al 22 marzo, sono forniti da Missing Migrants Project, un database che raccoglie i dati sui migranti morti e dispersi lungo le rotte migratorie di tutto il mondo.

Il dramma della migrazione assume caratteri ancora più tragici, se possibile, quando si parla di bambini. Le storie dell’infanzia annegata nel Mediterraneo non si sono fermate a quella del piccolo Aylan, il bambino siriano di 3 anni annegato a settembre nel mar Egeo, il cui corpo venne ritrovato senza vita sulle spiagge della Turchia. Le sue foto fecero il giro del mondo ma non riuscirono ad arrestare tragedie come la sua. Secondo l’Organizzazione internazionale della migrazione (Oim) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiani (Unhcr), da settembre i bambini morti solo nel Mediterraneo orientale sono stati 340. Ma si teme che il loro numero sia ancora più alto.

L’emigrazione, quindi, continua a rivelarsi sempre più una trappola. Ne sono coscienti quei 6,5 milioni di sfollati interni siriani che hanno deciso di non lasciare la propria terra e di provare a costruire il proprio futuro laddove sono nati. Per dare loro una speranza, Amici dei Bambini ha attivato la campagna di sostegno a distanza per la prevenzione dell’emigrazione Io non voglio andare via, inserito nel progetto Bambini in Alto Mare e nell’ambito del quale sono stati attivati anche interventi di prima e seconda emergenza nelle zone di Idlib e Aleppo.

 

Fonti: Il Sole 24 Ore, Sir