Per il Comune di Lampedusa il modello di accoglienza targato Ai.Bi. è da ‘esportare’

convegno milano 200L’associazione Arcobaleno onlus di Milano ha festeggiato i suoi trent’anni di attività a favore degli immigrati con un convegno dal titolo: «Diritti e Rovesci dei Nuovi Cittadini. Ero straniero, sono milanese».

Tra i relatori Franca Parizzi, assessore ai Servizi sociali, Accoglienza e Primo Soccorso ai Migranti del Comune di Lampedusa-Linosa. Una comunità che in fatto di immigrazione è da oltre un decennio in prima linea. La Parizzi ha  invitato a usare le parole con attenzione, perché un fenomeno che si ripete costantemente dal 2002 non può essere chiamato ‘emergenza’. L’emergenza permette di giustificare tutto: come l’ accoglienza non accogliente, il pacchetto sicurezza, situazioni disumane e non rispettose dell’umanità. Stesso abuso per la parola ‘sbarchi’, che fa pensare a un’invasione, mentre invece i profughi vengono soccorsi a migliaia di miglia dalle coste italiane.

A Lampedusa dovrebbero poi restare al massimo 96 ore, mentre vi restano mesi interi. A fronte dei 450 posti disponibili, il centro di Lampedusa finisce per accoglierne molti di più, senza alcuna distinzione. Ospita regolarmente uomini, donne e bambini. Il turn over non funziona. Così come arranca il trasferimento nei centri di seconda accoglienza, che in Sicilia sono già al collasso (Pozzallo e Cara Mineo).

Interessante il focus che l’assessore Parizzi ha riservato alla situazione drammatica in cui vengono a trovarsi i minori non accompagnati. Statistiche alla mano, un profugo su cinque è minorenne. A fronte del loro diritto ad una adeguata tutela e protezione, i bambini vengono accolti nel centro insieme agli adulti. Sono bambini che hanno vissuto la guerra e la tragedia della traversata e avrebbero bisogno di un’attenzione particolare. Stesso discorso per le donne e le ragazze adolescenti. Alcuni vengono accolti in comunità psicoterapeute e in tendopoli, mentre una minoranza dei minorenni trova alloggio nelle poche strutture dedicate, quasi sempre non adeguate. L’assessore Parizzi ha elogiato l’impegno di Ai.Bi. a Lampedusa sottolineando la validità della convenzione firmata con l’associazione riguardo all’affidamento familiare temporaneo dei minori non accompagnati.

A Lampedusa- ha sottolineato l’assessore- esiste ormai una rete di dodici famiglie affidatarie specificamente formate per accogliere i Misna (minori stranieri non accompagnati). Una rete che Parizzi ha invitato a sostenere e appoggiata in tutt’Italia, perché questa è la via maestra per tutelare e proteggere adeguatamente i minori.

Tra i relatori anche Pasquale Ferrara, segretario generale Istituto Universitario Europeo; Marco Granelli,   assessore alla Sicurezza, Coesione sociale, Volontariato del Comune di Milano; Walid Barakat, presidente Federmoda CNA Milano; Marina Ingrasci, presidente dell’associazione Avvocati per Niente; Luca Cusani, presidente associazione NAGA; e infine Umberto Contro, Rete Scuole senza permesso.