Per la maggior parte delle donne sterili americane, l’adozione è l’ultima spiaggia

Adoption_African_American_Family200 L’adozione? Bel gesto, ma non fa per me. Sembra essere questa la morale emersa da uno studio pubblicato recentemente dall’Università del Nebraska, e condotto su un campione di donne sterili americane.

Secondo il Dipartimento Americano della Salute e dei Servizi  Umani, sebbene l’adozione sia vista di buon occhio dalla maggior parte dei cittadini, il tasso di adozioni ogni 100.000 abitanti è decresciuto del 5% dal 2000 al 2008.

Da qui è partita la ricerca, condotta dai professori Nicholas Park e Patricia Wonch Hill, che hanno preso in esame 876 donne senza figli, per scoprire che, statisticamente, l’adozione è apprezzata a livello generale e teorico, ma è di fatto considerata come l’ultima opzione quando si tratta di scegliere se e come diventare genitori. Di questo campione, infatti, solo il 12% avrebbe optato per l’adozione; il 36% ha detto di non averla mai considerata, mentre il restante 52% ha sostenuto di averla considerata in passato, ma di non avere in mente di ricorrervi al momento.

I due studiosi hanno però preso in esame anche i dati raccolti da altre fonti, mettendo in rilievo alcuni fenomeni interessanti. Tra questi, uno significativo riguarda le donne afro-americane, che sono risultate più aperte all’adozione; la ragione andrebbe addebitata al fatto che molte di queste hanno avuto esperienze informali di affido dei figli di amici e parenti.

Tuttavia, ci sarebbero molte ragioni per incoraggiare le adozioni, hanno spiegato i due ricercatori. Stando a uno studio del 2005, infatti, circa il 12% delle donne americane, tra i 15 e i 44 anni, soffre di una qualche forma di sterilità, e sebbene i trattamenti medici e le tecniche di procreazione artificiale abbiano fatto grandi passi in avanti, negli ultimi anni, le percentuali di successo di questi interventi sono ancora relativamente basse: ecco che allora, per molte donne che desiderano diventare madri, l’adozione può essere l’unica via.

Studi precedenti, chiamati in causa da Park e Hill, hanno rilevato però che, per la maggior parte delle donne americane, la gravidanza costituisce un passaggio fondamentale verso la genitorialità, per cui spesso le coppie preferiscono spendere più tempo e soldi nella speranza di ottenere un figlio biologico, piuttosto che ricorrere all’adozione. Per altro verso, alcuni temono che l’adozione e l’affido comportino maggiori problemi a livello emozionale e di educazione dei bambini, altri che i genitori biologici possano riprendersi i propri figli; altri ancora, invece, sono scoraggiati dalle lunghe liste di attesa.

Le ricerche di Park e Hill, su ammissione degli stessi studiosi, richiederebbero ulteriori approfondimenti, soprattutto per chiarire certe dinamiche sociologiche riguardanti l’approccio delle donne sterili alla tematica dell’adozione, ma risultano già utili a identificare alcune criticità del sistema adottivo e di affido americano. Problematiche che, peraltro, sono in parte condivise e conosciute anche in Italia.

 

(Fonte: University of Nebraska-Lincoln)