Petizione al Presidente della Lombardia: “La vita che nasce non ha colore”

 fondi nasko“Nell’ultimo triennio il 75% dei fondi sono stati presi da extracomunitari”. Non ha trovato motivazioni migliori l’Assessore lombardo alla famiglia, alla solidarietà sociale e al volontariato Maria Cristina Cantù per giustificare la sua proposta di tagliare i fondi Nasko che dal 2010 aiutano le donne incinte in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza. In opposizione a questo programma di sostegno all’infanzia giudicato “assolutamente non condivisibile”, il Centro di Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli di Milano ha avviato una petizione per chiedere al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e allo stesso assessore Cantù di non toccare i fondi Nasko.

Con questa petizione, il Cav Mangiagalli invita tutti coloro che credono nel valore della vita nascente a fare sentire la propria voce contro quella che definisce una chiara discriminazione delle donne e dei bambini in base all’etnia di appartenenza, come se la vita di un bambino e la sofferenza di una madre valessero in funzione della loro nazionalità e origine geografica”. Secondo i promotori della petizione, infatti, i tagli non sarebbero motivati da ragioni economiche, visto che il fondo era stato regolarmente inserito nel bilancio preventivo redatto a luglio 2013, bensì da un’operazione esclusivamente politica e propagandistica, “contraria a tutte le Carte dei diritti riconosciute a livello internazionale, secondo cui non devono esserci distinzioni in base al colore della pelle”.

Rivolgendosi al Presidente Maroni, il Cav Mangiagalli chiede quindi “di ripristinare il Fondo Nasko secondo il bilancio preventivo di luglio 2013, di modo da aiutare migliaia di future mamme a scegliere di non abortire e di far nascere il loro bambino”.

Grazie al fondo, le donne in gravidanza che vivono in situazione di difficoltà economiche potevano contare per 18 mesi su un sostegno da 250 euro mensili: l’accesso a questi fondi ora è stato quasi del tutto eliminato, vincolato a un iter burocratico molto tortuoso. In tal modo, diventa sempre più difficile assistere le donne a rischio di aborto e aiutarle a fare nascere il loro bambino. In seguito ai tagli, il Cav rischia di non poter più sostenere decine di future mamme che potrebbero decidere di non portare a termine la gravidanza.

 

Per firmare la petizione contro il taglio dei Fondi Nasko della Regione Lombardia clicca qui.