Piccoli migranti, il 90% di quelli arrivati in Italia è senza famiglia. Ma lo Stato non vuole dargliene neanche una temporanea

piccoli migranti

Sono pronti a rischiare tutto pur di fuggire da una realtà che riserverebbe loro solo miseria, violenza e morte. Così decidono di imbarcarsi su gommoni, vecchi pescherecci e barconi fatiscenti pur di andare incontro a una flebile speranza. Quasi sempre senza nessuno che si prenda cura di loro durante questo viaggio drammatico.

Il 90% dei migranti minorenni giunti in Italia dall’inizio del 2016 ha infatti viaggiato da solo. In termini assoluti, sono oltre 7mila i minori stranieri non accompagnati che hanno attraversato il Nord Africa e il Mediterraneo nei primi 5 mesi dell’anno: il doppio rispetto allo stesso periodo del 2015. A questi bisogna aggiungere i tanti che non ce l’hanno fatta. Dal 1° gennaio al 5 giugno si sono registrati 2.809 vittime nel Mediterraneo centrale e molti di loro erano bambini. Ma su di loro non ci sono dati certi, perché a gestire i loro spostamenti è una rete di trafficanti di esseri umani.

Una situazione disperata e silenziosa che riguarda tutti i minori che ogni giorno affrontano pericoli di ogni tipo, ma che quasi mai trova spazio sui media.

Abbiamo lavorato per due mesi in Libia – raccontano Aimamo e Ibrahim, due gemelli di 16 anni, testimoni del dramma, arrivati da soli in Italia -: se si tentava di scappare loro sparavano e ti uccidevano, se si smetteva di lavorare loro ti picchiavano. È una vera tratta degli schiavi”. “Una volta stavo solo riposando per cinque minuti – racconta ancora Aimamo – e un uomo mi ha picchiato con un bastone. Dopo aver lavorato, ci rinchiudevano all’interno della fattoria, e andava avanti così tutti i giorni finché non siamo riusciti a ripagarci il viaggio”.

La storia di Aimamo e suo fratello è simile a quella di decine di migliaia di minori che, nel loro viaggio solitario dall’Africa all’Europa, diventano vittime dei trafficanti di esseri umani.

Il Viminale cerca soluzioni, mentre il totale degli sbarchi sulle nostre coste dall’inizio del 2016 è salito a 65.400. Gli ultimi sono i 13mila approdati in Italia in soli 4 giorni, dal 24 al 27 giugno. Il problema non è solo è la gestione di numeri così grandi, ma anche l’urgenza di garantire a ogni migrante giunto in Italia un contesto adeguato alla sua età e alla sue esigenze. A cominciare proprio dai minori stranieri non accompagnati, che quasi sempre finiscono per essere ammassati indistintamente nei grandi centri di accoglienza, che non garantiscono loro un’ospitalità adeguata alle loro necessità.

Una prima soluzione sarebbe l’approvazione del progetto di legge sull’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati, che da anni giace in un cassetto della commissione Giustizia della Camera. Questo perché evidentemente le nostre istituzioni preferiscono che i minori non accompagnati continuino a essere collocati nei grandi centri, in cui è impossibile mettere radici e sentirsi veramente accolti. Non a caso, sono almeno 10mila i minori stranieri non accompagnati che, solo nel 2015, sono fuggiti dai centri che li ospitavano e hanno fatto perdere le proprie tracce, ritornando, forse nelle mani dei trafficanti.

E pensare che ci sono oltre 2mila famiglie italiane che, nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare di Amici dei Bambini, si sono dette disponibili per l’affido dei bambini profughi giunti nel nostro Paese senza adulti di riferimento.Risorse già pronte e a misura di bambino, alle quali lo Stato preferisce strutture perennemente al collasso e spesso fatiscenti dove, per i piccoli profughi, è impossibile recuperare l’autentica dimensione dell’infanzia. 

 

Fonti: Corriere Sociale, Today