Prima adozione di una coppia omosessuale in Italia. E adesso andate a raccontarlo alla Russia

foto tribunale minori200Il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale, figlio biologico di una sola delle due conviventi, che sono libere professioniste. Si tratta del primo caso in Italia di “stepchild adoption”. A renderlo noto è stata Maria Antonia Pili, legale con sede a Pordenone e presidente di Aiaf Friuli (Associazione italiana avvocati per la famiglia e i minori). “Siamo felici, quasi incredule, di questo risultato che era atteso da anni e che rappresenta una vittoria dei bambini” hanno dichiarato le due donne attraverso il loro avvocato.

Una frase, quest’ultima, che fa a pugni con la realtà. Il primo pensiero, per chi ha davvero a cuore la sorte dei bambini abbandonati nel mondo, corre alla Russia, dove nel 2013 sono stati autorizzati all’ingresso in Italia ben 730 minori su un totale di 2.825 accolti nel nostro Paese da tutto il mondo. Oltre il 25% di tutti i bambini che hanno fatto ingresso in Italia lo scorso anno. Ora una sentenza mette a rischio questa accoglienza e parlare di “vittoria dei bambini” sembra assurdo. Con la decisione dei magistrati del Tribunale per i minorenni di Roma si rischia che venga inferto un colpo mortale alla giusta accoglienza, con la sconfitta dell’adozione internazionale italiana.

E’ noto infatti che il Tribunale Supremo della Russia ha stabilito che ai Paesi che ammettono il matrimonio omosessuale bisogna chiedere accordi bilaterali, per escludere che le coppie gay possano adottare. Le due condizioni che avevano consentito all’Italia di ottenere il via libera alle adozioni in Russia, ossia una legislazione che non riconosce i matrimoni gay e l’esistenza di un trattato bilaterale con Mosca, dopo la sconvolgente sentenza, che scavalca il Parlamento, ora vacillano. A maggior ragione in un momento delicato come l’attuale, quando l’accordo bilaterale tra Italia e Russia, scaduto nel novembre 2013, deve essere rinnovato. Le ripercussioni negative per l’adozione internazionale italiana di minori in Russia non tarderanno e si faranno sentire, c’è da scommetterci.

Lo sanno bene gli Stati Uniti, la Francia e l’Inghilterra, le cui legislazioni aperte al matrimonio omosessuale si sono viste chiudere le porte dell’adozione in Russia. La Spagna ha dovuto rimediare inviando il Ministro degli Esteri José Manuel García-Margallo per firmare un accordo bilaterale che escluda dalla possibilità di adottare le coppie omosessuali.

Come nel caso dell’eterologa, ancora una volta i giudici si sostituiscono al Parlamento e, pur non avendo l’Italia una legge sui matrimoni gay, ci si ritrova con la prima coppia adottiva omosessuale. Due donne che vivono insieme da circa dieci anni e che hanno maturato la volontà di condividere un progetto di maternità, come quello che poi si è realmente realizzato. La bimba è stata concepita con procreazione assistita in un Paese europeo ed ha oggi cinque anni. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione. Una vittoria per il diritto al figlio, una sconfitta per il diritto dell’infanzia abbandonata di avere una madre e un padre.