Profughi. L’appello di Kinan, 13 anni: “Fermate la guerra in Siria e noi non verremo in Europa”

rifugiati siriani turchia_OKFermate la guerra in Siria, e noi non verremmo in Europa“. Schietto come solo un bambino potrebbe dirlo. E infatti è stato proprio un tredicenne a spiegare con queste parole alle telecamere di Al Jazeera la motivazione dell’esodo dei siriani verso l’Europa: la guerra. Non altro. Non certo chissà quale capriccio futile o rincorsa a quale ricchezza materiale. Ma una necessità: quella della sopravvivenza.

Insieme a tanti altri Kinan è giunto a Budapest con la sorellina, fuggito da Daraa, città della Siria. I suoi occhi sembrano rassegnati, e con umiltà ed estrema lucidità, in poche parole lancia un appello al mondo, che sembra quasi una preghiera.

Attorno a lui un gruppo di adulti, accennano un sorriso intenerito, osservano come le sue parole così semplici riescano a dipingere una realtà così complessa.

Qual è il tuo messaggio?”, gli chiede il giornalista. “Il mio messaggio è: per favore, aiutate i siriani. I siriani hanno bisogno di aiuto adesso. Fermate la guerra adesso. Semplicemente fermate la guerra. Solo questo“.

A chi piacerebbe del resto lasciare la propria casa, il proprio letto, i propri amici per fare un salto nel buio, sapendo che ciò che lo aspetta non è certo un caldo abbraccio ma anzi odio o nella migliore delle ipotesi diffidenza? Quello che sfugge ai più, “terrorizzati” dall’arrivo dei profughi, è che per i siriani, per primi, non è una decisione semplice da prendere: quella di andare via dal loro Paese.

Una certezza per Ai.Bi., sulla base della quale ha lanciato il progetto “Io non voglio andare via”.: grazie al tuo aiuto potremo sostenere la ludoteca sotterranea per centinaia di  bambini, il forno grazie al quale distribuiamo pagnotte calde e profumate a oltre 3000 persone, un laboratorio di sartoria oltre alla fornitura di combustibile per le case, sostegno scolastico e sanitario.

Fonte:huffingtonpost.it/