Pronti a sbarcare 800mila migranti. Come accoglierli in un sistema al collasso?

sbarchi lampedusa“In Libia ci sono almeno 800mila persone pronte a partire dall’Africa verso l’Europa”. È questo l’allarme diffuso nei giorni scorsi dal Direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere Giovanni Pinto, nel corso di un’audizione al Senato. E per l’accoglienza, annuncia un piano del Viminale per 50mila migranti, perché i 16mila posti messi a disposizione dallo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non sono sufficienti. “Il sistema di accoglienza è al collasso – ammette Pinto – e le popolazioni locali sono indispettite dal continuo arrivo di stranieri”.

Il costante approdo di profughi sulle coste italiane è dovuto principalmente alla delicata situazione politica della Libia. “Non c’è un primo ministro, non c’è un governo, non ci sono ministri – spiega il dirigente del Viminale –. Ci sono 2 clan che hanno il controllo: uno moderato, l’altro estremista. I rappresentanti nominati dall’Assemblea sono alle dipendenze delle tribù che controllano il territorio”.

In Libia quindi c’è la percezione di un’assoluta mancanza di controllo e si rischia un aumento vertiginoso del numero di clandestini. Anche perché i trafficanti hanno capito le modalità degli interventi di salvataggio messi in atto dall’Italia e si sono regolati di conseguenza. “I soccorsi – illustra Pinto – si svolgono a 30-40 miglia dalle coste libiche. Le organizzazioni criminali lo sanno  e ricorrono a natanti di qualità sempre peggiore, gommoni artigianali e barconi fatiscenti. Il prezzo del viaggio si è abbassato rapidamente. Non hanno bisogno di mettere eccessivo carburante e cibo perché sanno che la percorrenza massima sarà di 10-12 ore”.

Pinto attribuisce comunque risultati positivi all’operazione Mare Nostrum che ha salvato la vita a circa 23mila persone e dopo la tragedia del 3 ottobre ha evitato altre stragi nel Mediterraneo. I costi però sono altissimi: fino a oggi sono stati spesi 9,5 milioni di euro al mese per il pattugliamento, altri 2,5 per i voli di trasferimento dei migranti dalla Sicilia ad altre località e 1,2 milioni per i voli di rimpatrio.

Su Mare Nostrum è tornata anche il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che l’ha definita “un’operazione nata come soluzione di emergenza” che non può essere la risposta a regime. “Io ho da sempre un’idea radicale ma non impossibile – ha ricordato la Nicolini –, cioè organizzare dei presidi nei Paesi di transito perché i migranti possano chiedere asilo prima di salire sui barconi”.

La risposta migliore all’emergenza sbarchi non può prescindere dal contributo che le associazioni possono e sono pronte a offrire allo Stato. Quelle associazioni che fino a questo momento però le istituzioni del nostro Paese hanno ignorato, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Se si fosse intrapresa una strada diversa, probabilmente il sistema di accoglienza non sarebbe perennemente al collasso e non costringerebbe i migranti ad attendere mesi in condizioni disumane prima di conoscere il proprio destino.

Amici dei Bambini, da parte sua, ha avviato un progetto di accoglienza a misura di bambino, centrato sull’affido familiare. Già 1.200 famiglie hanno offerto la propria disponibilità ad accogliere i minori stranieri non accompagnati e le madri sole con figli. Visto il continuo arrivo di migranti, però, è necessario che molte altre famiglie aprano le porte delle proprie case ai più deboli tra coloro che cercano rifugio dalla miseria e dalla guerra.

 

Per saperne di più, visita la pagina del progetto Bambini in alto mare.