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“Come proteggere e supportare un figlio adottivo? ” .Gli esperti e le famiglie adottive di AiBi lo spiegano

 Si è tenuto il 1 dicembre a Bolzano, presso il centro parrocchiale Pfarrheim, il convegno organizzato dalla locale sede Amici dei Bambini intitolato: “L’importanza delle reti familiari, scolastiche e sociali nell’adozione” focalizzato sulla importanza della realtà sociale,che si costruisce intorno al bambino adottato.

Nonni, zii, scuola, vicinato, gruppi sportivi e la realtà sociale in toto, sono elementi che giocano un ruolo cruciale nell’accoglienza di un figlio adottivo; non solo la coppia di genitori, ma tutta la famiglia è parte della sua nuova comunità.

Quanto dunque sono importanti le relazioni che si sviluppano intorno a lui/lei?
Se ne è discusso a Bolzano, presso il centro parrocchiale Pfarrheim, in cui l’analisi delle reti familiari, scolastiche e sociali nel mondo dell’adozione sono state oggetti di un seguitissimo convegno organizzato dalla locale sede Amici dei Bambini.
La coordinatrice delle Famigliedi Amici dei Bambini di Bolzano Valentina Iorio, ha aperto il convegno sottolineando la rete a tutela dei bambini adottivi costituita da chi gravita intorno alla coppia e alla famiglia.
In particolare, Giovanni Lazzarotto, in qualità di nonno adottivo, ha sottolineato quanto i nonni ricoprano un ruolo fondamentale nella storia familiare in qualità di ausilio nella trasmissione della loro storia; una posizione che viene tuttavia messa in discussione con l’arrivo dei nipoti, vera rivoluzione della famiglia: questi diventano infatti la nuova infanzia e la loro provenienza “dal mondo”, arricchisce la storia familiare.
Detta “nuova infanzia”, non tarda a farsi sentire con il primo inserimento scolastico: l’inserimento dei bambini alla scuola materna, ha asserito la dirigente scolastica della scuola materna “La Fiaba di Bolzano”, dott.ssa Nicoletta Colantoni, deve essere incentrata sulla creazione di una rete “senza buchi” per aiutare i bambini a creare relazioni sociali positive con gli altri bambini e con le maestre. Proprio con la figura degli insegnati è infatti necessario, sottolinea la dirigente, che si crei un legame di fiducia con i genitori, per consentire al bambino stesso di fidarsi del nuovo ambiente in cui è inserito. La conoscenza, da parte degli insegnanti, del vissuto del bambino, nel rispetto della sua privacy e di quella familiare, è quindi di fondamentale importanza nel comprendere i comportamenti dei bambini appena inseriti in un nuovo contesto.
Partecipare alle proposte scolastiche, confrontandosi con vissuti e difficoltà, aiuta dunque famiglia, insegnanti e bambini a non sentirsi soli o in disparte: è quanto ha affermato daMichele Larcher dell’Associazione genitori che ha portato le esperienze raccolte dall’associazioneGenitori Adottivi e Affidatari.
Se quindi le reti sono fondamentali per un bambino adottivo, e nel supporto alla sua crescita, la psicologa di Ai.Bi., Elisa Sciommarello, ha splendidamente riassunto con la metafora del gioco dello Shangay, quando le interconnessioni si debbano stabilizzare, per fare in modo che il bambino non si senta mai ai margini dell’intera comunità che gravita intorno a lui.
Gli interventi di Michela De Santi, assistente sociale di Ai.Bi., e di Claudia Dalla Costa,intermediario sociale nel progetto di Ai.Bi., sono stati rivolti alla presentazione dell’esperienza che, dal 2016 a oggi, la sede di Bolzano ha sviluppato: la creazione di una rete a supporto dell’adozione. Le difficoltà affrontate dalla famiglia o dal bambino stesso possono essere supportate infatti da una figura di sostegno, atta a intervenire e consentire di aprire nuovi canali di comunicazione o di risoluzioni delle eventuali situazioni di conflittualità che si generano nei più diversi contesti.
Il convegno ha quindi analizzato ogni sfaccettatura dell’adozione; dalla relazione con i bambini da parte della coppia, considerando i nonni, i parenti più vicini e lontani, fino al suo vissuto indipendente, quello che comincia a crearsi con l’inserimento scolastico. 
Ciò che di fondamentale c’è, ed è lo sfondo del convegno, è quanto aprire le braccia ad un bambino sia nient’altro che una cosa meravigliosa.