RDC: Il lupo di Gubbio

Riscoprendo la disastrosa situazione a Goma, sono stato assalito da un fortissimo senso di responsabilità.

Vivere in questi luoghi per molto tempo ci fa diventare molto cinici e concentrarci sul fare talvolta non ci permette veramente di riflettere sul senso del nostro fare.

Cerchiamo sempre di ritrovare significati perché, altrimenti, la vita in questi posti sarebbe insopportabile.

Quando Francesco arrivò a Gubbio apprese la notizia della presenza del lupo ladro e assassino che sconvolgeva la vita della città.

E a Goma?

A Goma ci sono molti lupi: c’è la guerra, la povertà, le malattie…

Cosa fare allora?

Tutti gli operatori umanitari sono venuti qua in pace per cercare di cacciare il lupo che sconvolge la vita delle persone ed anche noi siamo tra questi.

Possiamo adoperarci per portare avanti i progetti senza essere coscienti del senso del nostro operato; possiamo andare a visitare i bambini negli istituti e tornarcene a casa con la coscienza a posto.

Dopo molti anni che si fa questo lavoro, d’altronde, anche le situazioni diventano normali.

E’ a questo punto che si rischia di perdere il senso; di non sapere più ciò che si fa e perché lo si fa.

Sappiamo bene che abituarci a questa “normalità” non è accettabile. Il lupo è sempre nel bosco fuori città e si fa vivo ogni notte. Dobbiamo intervenire per il senso di giustizia che abbiamo per coloro che soffrono, per i più vulnerabili, per i bambini che muoiono quotidianamente.

Abbiamo bisogno di incontrare il lupo, “che più del lupo, fa l’inferno paura…”

Eddy Zamperlin

Volontario espatriato in RDC