Reddito di cittadinanza: che cosa cambia da agosto?

Le nuove regole sul reddito di cittadinanza prevedono due strumenti diversi: l’assegno di inclusione per le famiglie più fragili e il supporto per la formazione e il lavoro per chi può lavorare

Dal primo agosto entrano in vigore le nuove regole sul reddito di cittadinanza.
Il governo ha deciso di riformare il sussidio, ritenendolo inefficace per l’inserimento nel mercato del lavoro e troppo generoso con chi non cerca un’occupazione.
Molti percettori hanno ricevuto un sms dall’INPS che li informava della fine del reddito di cittadinanza e delle nuove modalità per accedere a un sostegno più limitato e vincolato alla formazione.

I nuovi strumenti

Il reddito di cittadinanza sarà sostituito da due nuovi strumenti: l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro.
L’assegno di inclusione sarà destinato alle famiglie più fragili, quelle con almeno un minore, una persona disabile o una over 60. Per loro cambierà poco: continueranno a ricevere il reddito di cittadinanza fino a fine anno e poi passeranno all’assegno di inclusione, che avrà gli stessi requisiti e importi del sussidio precedente. L’assegno sarà erogato per un massimo di 18 mesi, ma potrà essere rinnovato più volte.
Il supporto per la formazione e il lavoro sarà invece rivolto alle famiglie con persone in grado di lavorare, quelle tra i 18 e i 59 anni senza minori o disabili a carico. Per loro il sussidio cambierà molto: non riceveranno più il reddito di cittadinanza, ma dovranno fare domanda per ottenere un assegno mensile di 350 euro, a condizione che partecipino a corsi di formazione o ad altri progetti di politiche attive per il lavoro. L’assegno sarà erogato solo per la durata dei corsi o dei progetti, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di rinnovo.

Le reazioni

Le nuove regole hanno suscitato molte proteste tra i percettori del reddito di cittadinanza, che si sono sentiti abbandonati dal governo e privati di una fonte di sostegno al reddito. Il governo ha difeso la riforma, sostenendo che sia necessaria per incentivare la ricerca del lavoro e per concentrare le risorse sulle famiglie più bisognose. Secondo le stime del governo, sono 733 mila le famiglie che potranno beneficiare dell’assegno di inclusione e 169 mila quelle che potranno accedere al supporto per la formazione e il lavoro.