Repubblica Democratica del Congo: forse si va verso la fine della guerra?

congo_200Sembra essersi finalmente chiuso, dopo diciannove lunghissimi mesi, uno dei capitoli più sanguinosi della storia recente della Repubblica Democratica del Congo (RDC). La regione est del Nord Kivu, ricca di minerali preziosi e fonti energetiche, era stata, da aprile 2012, campo di battaglia tra le forze regolari e i ribelli del Movimento 23 marzo (M23). Ma il 5 novembre 2013, è giunto l’annuncio del portavoce del governo congolese Lambert Mende, che proclamava la “vittoria totale” dell’esercito di Kinshasa sui ribelli del M23. Confermata poi dagli stessi sconfitti con un loro comunicato stampa in cui annunciavano la fine della guerriglia.

Le truppe congolesi avevano sbaragliato i guerriglieri assediati da più di una settimana nelle ultime roccaforti situate sugli altopiani di Chanzu e Runyonyi e sulle colline di Mbuzi, nel Congo orientale, queste ultime già cadute il giorno prima sotto i colpi delle truppe governative.

Il lungo conflitto aveva visto fasi alterne, da periodi in cui i ribelli trattavano con il governo da una posizione di superiorità, minacciando di conquistare città assediate dai loro uomini ed in cui si assisteva alla diserzione di centinaia di soldati di Kinshasa, sottopagati e malnutriti, a momenti in cui l’esercito regolare avanzava piegando la resistenza avversaria.

Non è mancato il coinvolgimento di altri attori in questo scontro. E non si sono fatte attendere le  accuse del governo congolese nei confronti dei paesi che, come il Rwanda, era sospettato di essere coinvolto in un piano di sostegno degli M23 in cambio di contratti per lo sfruttamento delle risorse minerarie di cui sono ricche le regioni che si trovavano sotto il controllo dei ribelli.

Ora il governo congolese dovrà aprire il tavolo dei negoziati, scrive il quotidiano locale Le Potentiel. “Non ci sarà una soluzione duratura del conflitto finché non comincerà una vera trattativa tra il presidente ruandese Paul Kagame, il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni e il presidente congolese Joseph Kabila”.

A Kampala, in Uganda, si sarebbe dovuto ufficialmente porre fine alla guerriglia con un accordo di pace fra RDC e il movimento M23, lunedì 11 novembre. Ma qualcosa non ha funzionato. La firma della pace è stata rinviata a data da destinarsi

All’ultimo momento le parti non si sono messe d’accordo sulla titolazione da dare all’intesa . Pare che l’M23, appoggiato dal Rwanda e dall’Uganda, abbia fatto marcia indietro. Col risultato che il loro leader militare, Sultani Makenga e i suoi seguaci siano ora in Uganda a piede libero e continueranno a rappresentare, stando così le cose, una minaccia per l’ex Zaire.