Riapertura delle scuole. Meno 8 giorni. I 300 milioni di euro per le paritarie sono ancora congelati…

Nonostante il Decreto “Rilancio” sia stato approvato da oltre un mese e mezzo, ancora non è stata fatta la variazione di bilancio necessaria

Un mese e mezzo è trascorso dall’approvazione in Parlamento del Decreto “Rilancio”. Eppure i 300 milioni stanziati per le scuole paritarie, frutto sudato di un lungo dibattito, sono ancora bloccati. A mancare, secondo fonti del Ministero dell’Istruzione, è la “necessaria variazione di bilancio (…) per poter poi erogare i fondi”. Ne da notizia il quotidiano Avvenire. Una variazione che, evidentemente, non è ancora stata effettuata. Certo, vero è che il Ministero ha fatto sapere che “è sempre possibile in caso di urgenza, per le amministrazioni interessate, richiedere le risorse necessarie ricorrendo ad anticipazioni di tesoreria“, tuttavia, a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, un simile ritardo appare inaccettabile.

Riapertura delle scuole. Le paritarie hanno già affrontato le spese…

Perché, come spiega ancora Avvenire, “nel frattempo, strette tra il rimpallo di responsabilità dei ministeri interessati, le scuole hanno già dovuto impiegare queste risorse – che avrebbero dovuto coprire il mancato versamento delle rette da parte delle famiglie durante i mesi di sospensione della didattica in presenza – per la sanificazione e organizzazione degli spazi in vista della ripresa delle lezioni. Per asili nido e scuole materne la prima campanella dell’anno suonerà oggi. Non per tutti, però. Come documenta il sito noisiamoinvisibili.it, sono già 96 le scuole paritarie che hanno dichiarato la chiusura e, in gran parte, si tratta proprio di servizi per la fascia 0-6 anni, spesso collocati in territori dove non c’è la presenza di nidi e materne statali. Una doppia beffa per le comunità e un costo aggiuntivo per l’erario“.

Riapertura delle scuole. Le 96 paritarie chiuse un problema per lo Stato

Perché, con la chiusura delle 96 scuole, sono 3.833 gli alunni “a cui si dovrà trovare una collocazione negli istituti statali, per un costo complessivo di 32 milioni e mezzo di euro. Per frenare questa emorragia, che va avanti dalla primavera, sarebbe quindi più che mai urgente sbloccare i 300 milioni, di cui 180 per nidi e materne e 120 per le scuole dalla primaria alla secondaria di secondo grado”.

Anche all’interno della maggioranza parlamentare che sostiene l’attuale esecutivo Conte non mancano le voci di allarme. “Queste scuole da marzo non ricevono un euro di risorse pubbliche né dalle famiglie con le rette- ha per esempio spiegato il deputato di Italia Viva Gabriele ToccafondiIl Parlamento il suo dovere lo ha fatto. Il Governo faccia altrettanto. Per il bene delle nostre realtà paritarie, per chi ci lavora, per i nostri bambini e ragazzi”.