Riapre alla Camera la discussione sulla convenzione dell’Aja: a quando il riconoscimento della kafala?

parlamento_strasburgoIn questi giorni riprende, presso le Commissioni riunite II e III della Camera, l’esame del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione conclusa all’Aja il 19 ottobre 1996 sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori. Il disegno di legge era stato depositato alla Camera Il 17 settembre 2013 su iniziativa di alcuni ministri del governo Letta, tra cui Emma Bonino per gli Affari Esteri, Anna Maria Cancellieri per la Giustizia e Cécile Kyenge per l’integrazione.

E’ spiacevole ricordare che il triste primato dell’Italia consiste proprio nell’essere l’unico Paese europeo a non aver ancora ratificato la Convenzione, nonostante i tentativi fatti anche nella precedente legislatura. L’augurio è che la riapertura dei lavori rappresenti questa volta il primo passo verso una risoluzione del problema e che la ratifica sia finalmente vicina.

Tra i vari provvedimenti che ricadono nell’ambito di applicazione della Convenzione, sono inclusi quelli della kafala, unico istituto giuridico in grado di consentire l’accoglienza in famiglia dei minori il cui Paese d’origine non conosce l’adozione, come avviene in alcuni stati a maggioranza islamica tra cui il Marocco.

La mancanza di una ratifica alla Convenzione implica il non riconoscimento della kafala nell’ordinamento italiano e di conseguenza l’impossibilità per molte coppie musulmane in Italia di ottenere l’affido di bambini islamici residenti nel nostro Paese, e per molti genitori italiani kafalini all’estero la difficoltà di ottenere per il figlio il visto di rientro in Italia.

Sebbene la posizione di Ai.Bi. vada oltre e auspichi ad una equiparazione dello status giuridico tra figli adottati e figli kafalini, mettendo fine ad una distinzione tra figli di serie A e figli di serie B, la ratifica da parte del nostro governo alla Convenzione dell’Aja rappresenterebbe già una vittoria e un primo passo avanti in questa direzione.