Ghana. La riunificazione familiare: un’attività indispensabile e che produce gioia

Dall’abbandono al rientro a casa: Ai.Bi., attraverso la campagna “Emergenza Abbandono in Ghana”, accoglie i bambini persi e cerca le loro famiglie, che poi sostiene una volta riunificate

Tante volte, nel raccontare le attività di Ai.Bi. nei diversi Paesi, si parla di “ricongiungimenti familiari“. Un termine per indicare un’attività tanto fondamentale quanto poco nota e la cui importanza, nonché le fatiche e le difficoltà che comporta per gli operatori, spesso sono difficili da far comprendere. Vale la pena, dunque, specificare meglio di cosa si tratta.

Minori persi e scomparsi che hanno bisogno di accoglienza

Per prima cosa bisogna sapere che i bambini e i ragazzini che vengono ospitati nelle strutture di accoglienza, tante volte vengono accompagnati qui da adulti che li trovano, confusi e smarriti, per le strade o in località agricole semideserte. Non si tratta, quindi, “letteralmente” di bambini abbandonati (non in tutti i casi, per lo meno), ma di minori che si sono persi, magari tornando a casa dopo essersi allontanati troppo in cerca di qualcosa da mangiare o provando a raggiungere un mercato, un parente, un villaggio… Non si deve dimenticare, infatti, che si tratta di zone difficili da raggiungere, in cui quasi non ci sono strade e sicuramente non ci sono indicazioni, e dove per un bambino, magari stanco e impaurito, perdersi è fin troppo facile.

Ma intanto la famiglia?

In questi casi, il più delle volte, ci si chiede: “Ma la famiglia?”. La famiglia, quando c’è, prova ad arrangiarsi come può. A volte vengono allertate sia le forze dell’ordine sia i Servizi Sociali, ma è raro che possano partire ricerche coordinate e tali da portare risultati in tempi brevi.
Nel frattempo, magari a molti chilometri di distanza, i minori vengono accolti da strutture di sacerdoti, associazioni, privati… che per prima cosa pensano, necessariamente, a offrire rifugio, accoglienza e le prime cure ai bambini.
Il grande lavoro per rintracciare le famiglie inizia in un secondo momento, quando gli operatori di Ai.Bi., insieme ai Servizi Sociali, le autorità locali e ogni altro canale che si rende percorribile, iniziano a raccogliere le informazioni disponibili a partire proprio dai racconti e dai ricordi dei minori. Si tratta di un lavoro portato avanti in condizioni difficili, dove anche trovare un contatto a cui rivolgersi o allargare il campo delle ricerche richiedono sforzi importanti e tanta pazienza, per riuscire a percorrere a ritroso il viaggio compiuto e trovare il villaggio in cui risiede la famiglia o, comunque, la cerchia più prossima di parenti e amici, anche bussando di porta in porta muniti di una foto del bambino di cui si stanno cercando le origini.

Trovare la famiglia non è l’ultima tappa del cammino. Anzi…

Ma anche una volta conclusa la ricerca, il lavoro non è affatto finito: serve, infatti, monitorare da vicino se la famiglia è disponibile a riaccogliere in casa il minore e se ci sono le condizioni affinché ciò possa avvenire in sicurezza, scongiurando, prima di tutto, che possa verificarsi un secondo abbandono. Questa “seconda parte” del lavoro comporta l’organizzazione di corsi di formazione genitoriale e, tante volte, l’aiuto per l’avvio di un’attività che possa generare reddito, nonché un aiuto economico per pagare le rette scolastiche e altre spese necessarie.
Se tutto va per il verso giusto, la riunificazione può avvenire, per la gioia di tutti. Ma anche in questo caso il lavoro non è finito: lo staff, infatti, porta avanti delle periodiche visite di monitoraggio per accertarsi che la reintegrazione proceda e che la famiglia, nuovamente unita, possa guardare al futuro con rinnovata speranza.

Africa. Emergenza Abbandono in Ghana

Ai.Bi. ha lanciato, nell’Africa Sub-Sahariana, una campagna regionale di contrasto all’abbandono che coinvolge 4 Paesi: GhanaRepubblica Democratica del CongoRepubblica del Congo (Congo Brazzaville) e Burundi. Con il tuo sostegno, potremo garantire a quanti più minori possibile accolti dagli orfanotrofi, assistenza, cibo, cure e, soprattutto, la fiducia in un futuro differente. Che ancora è possibile!